Non più due mesi ma quattro a partire da quando il tirocinio triennale è iniziato: quest’anno il governo dà più tempo per gli scorrimenti delle graduatorie di medicina generale, che decorrono dalla data di inizio del corso di formazione (28 febbraio). Il governo ha considerato ancora una volta insufficienti due mesi di tempo per riempire i posti lasciati vuoti all’ultimo momento da corsisti che, al momento di entrare nel triennio, cambiano indirizzo e tentano il corso di specializzazione, o rinunciano.
Dunque, la graduatoria dei candidati idonei potrà essere utilizzata da ciascuna regione e dalla Provincia autonoma di Trento non oltre il termine massimo di centoventi giorni dalla data di inizio del corso, per assegnare, secondo l'ordine di classifica, “i posti che si siano resi vacanti per cancellazione, rinuncia, decadenza o altri motivi”. Il totale delle borse è di poco meno di 3 mila, 900 sono state aggiunte in un secondo momento il che ha comportato una proroga fino al 30 settembre 2023 dei termini per la presentazione delle domande al test, poi svolto il 30 novembre. I sindacati hanno fatto notare che ci vorrebbero 4 mila borse all’anno per 4-5 anni per colmare le carenze accentuate dagli esodi di chi va in pensione o lascia la convenzione. Ma gli esodi si verificano anche tra i tirocinanti del corso, all’ammissione o all’inizio degli anni successivi. Un problema che si ripete regolarmente: il tasso di abbandono negli ultimi anni è stato in media del 20%, come ha ricordato anche Nino Cartabellotta in un recente report sulle carenze di medici di medicina generale. E le borse lasciate libere non vengono riassegnate se sono conclusi i termini di scorrimento delle graduatorie. Per tale motivo con nota dello scorso 20 marzo la conferenza degli assessori salute delle regioni aveva chiesto di protrarre la possibilità di attingere alle graduatorie del triennio anche per questo 2023-26. Il decreto del Ministero della Salute del 19 aprile scorso ha raddoppiato i tempi riconoscendo, limitatamente al triennio iniziato, la necessità di dare tempo per far sì che gli idonei del test rimasti subito indietro in classifica accedano alle borse del tirocinio lasciate libere da chi ha scelto un’altra strada. L’obiettivo è di porre un argine alle carenze di medici di famiglia. Il recente report Gimbe stima per questo 2024 una perdita contenuta di Mmg (-135) ma considera solo pensionamenti a partire dai 70 anni di età e dà per scontata la volontà dei corsisti di acquisire mille scelte subito per convenzione. Uno scenario “roseo”, rispetto alle situazioni che potrebbero verificarsi nella realtà.