"Dobbiamo fare una profonda riflessione sul nostro sistema sanitario nazionale che ha fatto il suo dovere, lo ha fatto bene". Ma ora "serve una riforma globale alla luce del fatto che ci possiamo permettere un'assistenza di qualità, pronta e totale, solo attraverso una profonda modifica e rimodulazione" del Ssn. A partire "da un vero dialogo territorio-ospedale", che oggi non c'è. A elencare le priorità per la sanità italiana è Rocco Bellantone, presidente dell'Istituto superiore di sanità, a margine del convegno sulle terapie avanzate in corso a Roma all'Iss, organizzato insieme ad Assobiotec. “Oggi abbiamo una popolazione invecchiata ricorda che è un dato di merito del nostro sistema sanitario e che ci permette di avere un'età media tra le migliori del mondo. Questo però comporta una popolazione con malattie croniche più difficili da trattare e molto più dispendiosa", osserva.
Per Bellantone "va rinnovato il patto ospedale-territorio. In questo momento sono due entità che non si parlano tra loro. E questo comporta, ad esempio, un numero di ricoveri ospedaliero mostruoso, con circa 2 milioni e mezzo di ricoveri impropri e 6 miliardi di spesa inutile. E poi bisogna fare una profonda riflessione sulla carriera degli infermieri e dei medici che sono sottopagati ma, soprattutto, non hanno una carriera. Vanno visti anche i compensi che debbono essere diversificati a seconda della specialità, dell'impegno e, perché no, del posto dove si lavora. Le aree disagiate vanno aiutate, pagando di più". Per quando riguarda la possibilità di un’ulteriore regionalizzazione della sanità con l’autonomia differenziata, "il problema, non sono le norme precisa il presidente dell'Iss ma come vengono interpretate. Qualsiasi organizzazione federale nel mondo funziona se c'è uno Stato forte. Per cui ritengo che nella sanità sia assolutamente doveroso che l'organizzazione sia regionale, ma le regole e gli obiettivi devono essere a livello centrale e nazionale".
Per quanto concerne la sanità privata, per Bellantone, “è fondamentale oggi nel Ssn, ma quella accreditata. Purtroppo, o per fortuna osserva non si esce dalla situazione in cui bisogna acquistare dalla sanità accreditata prestazioni. Questo vuol dire che bisogna alzare un po' i tetti, perché altrimenti le liste d'attesa non si abbassano così facilmente. Non è giusto che si sia costretti ad andare nella sanità privata pagata dal cittadino direttamente. Dobbiamo studiare regole per cui chi non ha i soldi per l'assistenza privata sia assolutamente garantito dal sistema pubblico".