Un recente studio coordinato da Jon Salmanton-García, ricercatore presso l'Università di Colonia, in Germania, si è chiesto quali fossero gli agenti patogeni con il più alto potenziale pandemico, anche nell'ottica di predisporre una risposta rapida ed efficace a future emergenze sanitarie globali. Pubblicato sulla rivista Travel Medicine and Infectious Disease, il lavoro di ricerca ha sondato le opinioni di quasi duecento esperti di malattie infettive, che hanno indicato i virus influenzali e i coronavirus SARS-CoV e SARS-CoV-2 tra i principali candidati a scatenare nuove pandemie.
Il gruppo di ricerca VACCELERATE ha condotto un'indagine su scala globale, tra febbraio e giugno 2023, utilizzando un questionario online per raccogliere dati da esperti in malattie infettive. Questi esperti hanno valutato vari patogeni in base al loro rischio percepito di causare una pandemia. In totale, 187 risposte sono state analizzate, provenienti da esperti di 57 paesi.
L'analisi ha rivelato che il 79% degli intervistati ha inserito i virus influenzali tra i principali rischi pandemici. Altri patogeni significativi includevano il SARS-CoV-2 e l'Ebola, con una preoccupante facilità di trasmissione tramite goccioline respiratorie. Interessante notare come il patogeno ipotetico "Disease X" sia stato anch'esso classificato tra i più rischiosi, evidenziando la consapevolezza di potenziali minacce future non ancora identificate.
Salmanton-García riconosce alcune limitazioni dello studio, tra cui una partecipazione inferiore al previsto da parte della rete di siti VACCELERATE, probabilmente a causa del carico di lavoro ancora elevato dovuto alla pandemia di COVID-19 nel periodo della rilevazione. Inoltre, c'è stata una scarsa partecipazione da parte di esperti in malattie infettive in Africa e Asia, aree che hanno visto numerosi focolai dei patogeni citati.
Commentando il primato dell'influenza, Salmanton-García ha aggiunto: "Ogni inverno abbiamo una stagione influenzale. Si potrebbe dire che questo significa che ogni inverno ci sono piccole pandemie. Sono più o meno controllate perché i diversi ceppi non sono abbastanza virulenti. Tuttavia, ogni stagione i ceppi coinvolti cambiano, ed è questo il motivo per cui possiamo contrarre l'influenza più volte nella vita e i vaccini cambiano di anno in anno. Se un nuovo ceppo diventasse più virulento, questo controllo potrebbe andare perso".
Per fortuna oggi il mondo è molto più preparato: "Nella pandemia COVID-19 abbiamo imparato molte cose su come affrontare una pandemia da virus respiratorio. Tra queste, il distanziamento sociale, la pulizia delle mani, le mascherine, una rinnovata attenzione alla vaccinazione e la fiducia nelle istituzioni sanitarie. Parallelamente, anche le istituzioni hanno imparato molto. La preparazione e la sorveglianza sono ora finanziate meglio".
Travel Medicine and Infectious Disease, 2024; doi:10.1016/j.tmaid.2023.102676.