Formarsi nel triennio, e magari un domani specializzarsi, nelle aggregazioni funzionali territoriali come "braccio" dell'università? Un post-laurea possibile per i futuri medici di famiglia. Che in parte si pratica già. Perché il corso di formazione sta cambiando pelle. Per ora più al Nord. Se ne è parlato all'81° Congresso Fimmg di Villasimius alla tavola rotonda conclusiva dell'evento sullo "stato dell'arte e prospettive della formazione lavoro tra Aft e formazione accademica".
Al termine, è stato rinnovato l'esecutivo di Fimmg Formazione con l'elezione della nuova Segretaria
Francesca Brandi Seidita, che succede ad Erika Schembri, e dei vice Luca Properzi e Maria Grazia Romano. Tema dell'evento: i nuovi percorsi professionalizzanti del triennio che si vanno integrando nei corsi "classici, specie in regioni con gravi carenze di medici. La Lombardia fa da apripista, come spiega
Anna Carla Pozzi segretaria Fimmg Milano. «La chance di iniziare a lavorare durante il triennio di corso (ammessa con il decreto-legge Rilancio nel 2020 ndr) sta dando i suoi frutti nel trattenere molti più giovani di prima nel tirocinio. Tale è la carenza di medici di famiglia in Lombardia che chi ad aprile, trovandosi in cima alla graduatoria, ha ottenuto di poter esercitare in un determinato ambito, entro l'anno diventerà titolare. E, se frequenta il 3° anno di corso, gli sarà possibile arrivare già a 1500 assistiti». Ma per gestire da subito molti pazienti più che una formazione serve un addestramento sul campo. Così con PoliS, istituto regionale per le politiche di supporto, i medici di famiglia hanno concordato di trasformare il tirocinio classico -26 ore teorico-pratiche-in un tirocinio professionalizzante. «A fianco della fase formativa ospedaliera, che nel nostro tirocinio è vista rigorosamente dal lato del "medico del territorio", nel periodo in cui ci si forma presso lo studio del medico tutor sono fissati due seminari teorici a settimana, tutte le settimane, ad orari concordati per fare il punto sulle competenze erogate. In più -spiega Pozzi -i colleghi hanno a disposizione un tutor che li segue per alcune ore a settimana per sessioni e discussioni one-to-one dove emergono eventuali difficoltà».
I tirocini professionalizzanti si affermano soprattutto nelle regioni dove è rapido l'iter per coprire un ambito carente, per mancanza di medici di famiglia. Al Sud -dove si attendono ancora mesi e talora anni-prevale il tirocinio classico. Che in Lombardia resta praticabile, ma pochi lo seguono. «La frequenza del tirocinio professionalizzante si lega a un minor numero di abbandoni. Chi investe tutte le energie nella scelta di aprire un ambulatorio più difficilmente all'ultimo momento cambia per frequentare una specialità», sottolinea Pozzi. «Perciò, sebbene sia cresciuta quest'anno insieme al numero di borse l'accessibilità dei corsi di specializzazione, in Lombardia i corsisti che lasciano a inizio o metà strada si sono ridotti di molto». È più facile anche aprire lo studio. «Di solito il corsista già ha in mente l'ambito regionale dove andrà ad esercitare: spesso è il comune di provenienza o l'area limitrofa. In qualche caso ha già effettuato sostituzioni temporanee in uno studio e ha deciso di proseguire per subentrare. In altri casi invece fa una scommessa. E qui PoliS è venuta in aiuto: fino allo scorso anno i primi classificati in graduatoria avevano più chance di indirizzarsi nei luoghi di preferenza e i secondi potevano essere trasferiti da Milano in montagna o viceversa; adesso si è riusciti a concordare un criterio che privilegi ove possibile il legame tra il medico e il suo ambiente d'origine. Quest'anno gli studenti che ho in carico come tutor hanno tutti più o meno scelto dove andranno ad esercitare: una possibilità favorita dalle tante carenze». Nei seminari bisettimanali del corso professionalizzante, a fianco della parte clinica c'è una parte di attualità in cui i docenti parlano degli aspetti burocratici della professione, spiegando come si organizza il lavoro, l'uso dei gestionali, gli incentivi della convenzione e degli accordi regionali, ed informano sull'esistenza di supporti sul territorio: ad esempio, le cooperative. «Il corso costruisce intorno all'aspirante mmg un percorso su misura, mirato non tanto a rafforzarne le competenze già acquisite-dice Pozzi- quanto a colmare le lacune e a renderlo meno vulnerabile di fronte ad una professione, comunque, molto impegnativa».
Primo obiettivo di Fimmg Formazione è «rendere strutturale la formazione lavoro», afferma
Francesca Brandi Seidita nuovo Segretario Nazionale dei giovani del sindacato. E sottolinea che «il nuovo esecutivo è a disposizione di tutta la Fimmg per portare avanti i lavori compiuti. Guardiamo anche alle nuove sfide, a come dare più attrattività al percorso di formazione in medicina generale. Renderemo gli strumenti sindacali più attivi ed efficienti. La voce di tutti gli iscritti è fondamentale per avere risonanza ai livelli governativi così da rendere i pesi contrattuali più equilibrati. Un grande grazie va a tutta la Fimmg, la nostra casa e la nostra garanzia di un futuro prospero».