
Una delle strategie terapeutiche più promettenti per il trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali, che comprendono la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, è costituita dal ripristino la barriera che ricopre l'intestino; l'approccio prevede l'utilizzo di farmaci che agiscono selettivamente sulla mucosa, di specifici biomateriali (idrogel, nano/microparticelle, scaffold costruiti in 3D), di probiotici e metaboliti microbici intestinali o una combinazione di questi da impiegare in associazione con le classiche terapie farmacologiche. Se ne discute al Convegno Monotematico SIF dal titolo "Nuove strategie terapeutiche per il trattamento delle patologie algiche intestinali", che si apre oggi a Firenze.
L'attuale armamentario farmaceutico non è sufficiente a debellare le malattie infiammatorie croniche intestinali, afferma la Sif, e una delle strategie terapeutiche più promettenti per il trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali è costituita dal ripristino della barriera che ricopre l'intestino. "Tale barriera - spiega
Elena Lucarini dell'Università di Firenze - protegge l'organismo da eventuali patogeni o tossine, garantendo comunque l'assorbimento di nutrienti e l'escrezione di prodotti di scarto. In presenza di patologie come le malattie infiammatorie intestinali, si osserva un progressivo deterioramento epiteliale e l'instaurarsi di una condizione di disbiosi (alterazioni del microbiota), la quale non solo compromette l'integrità della barriera lungo il tratto digerente, ma altera anche la comunicazione fra l'intestino e il resto dell'organismo".
Quando parliamo di malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici) facciamo riferimento alla malattia di Crohn e alla colite ulcerosa: patologie che si stima colpiscano più di 6,8 milioni di persone in tutto il mondo. Sebbene queste due condizioni differiscano dal punto di vista patologico, entrambe si manifestano con perdita di peso, dolore addominale, diarrea e sangue nelle feci. Oggi, il trattamento convenzionale prevede l'utilizzo di farmaci antinfiammatori e immunosoppressori di sintesi e biotecnologici che aiutano a modulare le risposte immunitarie, migliorando la sintomatologia nei pazienti, prevenendo le ricadute e ripristinando una buona qualità di vita. Tuttavia, questo armamentario terapeutico non basta a debellare la patologia che resta latente nei pazienti. A ciò, si aggiunge il fatto che nella maggior parte dei casi questi farmaci immunosoppressivi aumentano il rischio di contrarre infezioni opportunistiche, senza considerare i numerosi effetti collaterali.
Negli ultimi anni la guarigione della mucosa si è affermata come uno degli obiettivi terapeutici più promettenti nei pazienti con Mici. "È necessario individuare nuovi target molecolari e cellulari su cui agire per trattare in maniera sicura ed efficace queste due patologie. Per questo, la ricerca futura potrebbe basarsi su nuove strategie di riparazione della mucosa finalizzate al ripristino dell'integrità della barriera epiteliale intestinale", afferma
Matteo Fornai dell'Università di Pisa. - Le nuove strategie terapeutiche per la riparazione, il ripristino e la rigenerazione dell'epitelio prevedono l'utilizzo di farmaci in grado di agire selettivamente sulla mucosa, di specifici biomateriali (idrogel, nano/microparticelle, scaffold costruiti in 3D), di probiotici e metaboliti microbici intestinali o una combinazione di questi da impiegare in associazione con le classiche terapie farmacologiche. In queste condizioni diventa altresì importante ristabilire un 'buon' microbiota, il quale possa cooperare nel mantenimento della barriera".