«Bisogna fare in modo che tutti i precari nel 118 e soprattutto nel mondo convenzionato possano essere stabilizzati a tempo indeterminato o nella dipendenza». Così il Segretario della Fnomceo
Roberto Monaco, in un video a 30 anni dalla fondazione del 118, il servizio di emergenza urgenza istituito nel 1992 (DPR del 27 marzo) dopo due anni di sperimentazione, partita con i mondiali di Italia '90. La Federazione degli Ordini invita la politica a non dimenticare la carenza dei professionisti nel settore dell'emergenza-urgenza, e mette al primo posto la necessità di stabilizzare i contratti e subito dopo la formula contrattuale. Al contrario, le associazioni di categoria, riunite alla Camera per la presentazione di un nuovo progetto di riforma del 118 a firma degli onorevoli Stefano Mugnai, Fabiola Bologna e Marco Marin (Coraggio Italia), chiedono più coraggio nel passare a dipendenza, ravvisando affinità fortissime tra medici dell'emergenza territoriale e colleghi dell'emergenza ospedaliera. Al momento il grosso dei primi è convenzionato, tutti i secondi sono dipendenti, ma ci sono vuoti gravi negli organici di entrambi, il lavoro è sempre meno appetibile. La proposta, come ha sottolineato
Alessandro Caminiti, Presidente della FIMEUC, federazione delle associazioni di categoria, mette in piedi una rete unica che integra ospedale e territorio ed un ruolo unico del medico dell'emergenza urgenza. In itinere in Senato c'è già un discusso testo di riforma a firma di Maria Domenica Castellone (M5S). Vediamo le premesse.
Qui 118 - Sul territorio lavorano 3000 medici circa su ambulanze, auto mediche, postazioni del Sistema di Emergenza territoriale. In gran parte sono convenzionati (Accordo nazionale medicina generale) con contratti spesso precari. Solo in alcune regioni ci sono medici dipendenti. In altre, medici del 118 sono impiegati in ospedale finché non arrivano chiamate dal territorio. Non eccessivamente teso ad integrare 118 e Ps, il ddl Castellone è stato integrato da successivi documenti della Società Italiana Medicina Emergenza Urgenza-Simeu e di Fimeuc. Simeu invita le camere a legiferare in modo da creare figureoperative sia nei pronto soccorso sia nelle ambulanze e chiede il passaggio a dipendenza a tempo indeterminato per tutta la categoria; Fimeuc vorrebbe veder afferire il 118 al Dipartimento di Emergenza regionale e rivedere gli standard dei veicoli con medico: uno ogni 60 mila abitanti in area urbana, uno ogni 100 mila nelle metropoli, 1 ogni 350 kmq in area rurale e uno ogni 700 kmq in area montana. In prospettiva, una formazione comune 118-Ps con scuola di specialità dedicata, è auspicata da buona parte degli addetti ai lavori.
Qui Pronto Soccorso - Il nostro paese è reduce dalla mancata assegnazione di oltre 600 borse di specialità in Medicina d'Emergenza-Urgenza. E in Ps, sottolinea il sindacato ospedalieri Cimo Fesmed, la precarietà peggiora: in Veneto i Ps si affidano alla gestione di coop «18 pronto soccorso su 24; in Liguria Piemonte Marche affidarsi alle coop fa parte dell'ordinarietà; in Sardegna i pronto soccorso di Oristano e di Ghilarza sono retti da cooperative, destinate nel prossimo futuro ad occuparsi di tutti gli ospedali periferici; in Trentino Alto Adige si inizia a reclutare liberi professionisti non specializzati; in Valle d'Aosta e in Molise cominciano ad affacciarsi le coop. Un lavoro ritenuto da più parti come la vera essenza della professione medica è oggi considerato ad alto rischio: di turni insostenibili, denunce, aggressioni, stress, poco tempo da dedicare a se stessi o alla famiglia». Simeu stima che in Italia manchi circa il 30% di medici d'urgenza rispetto alle necessità. Ai 5800 medici assunti a tempo indeterminato nei Ps italiani, stando alle piante organiche di Asl ed ospedali, servirebbe aggiungerne altri 2500. Ed entrano in campo le cooperative, che colmano il gap con 1500 precari. Poi mancano altre 1000 unità.
Il Ddl Mugnai-Bologna-Marin - La nuova proposta prevede su tutto il territorio nazionale un Sistema pre-ospedaliero 118 costituito da una centrale operativa e da unità di soccorso e punti di primo intervento sul territorio ed un servizio ospedaliero di emergenza articolato in una struttura di Pronto Soccorso e OBI (Osservazione Breve Intensiva) ed una di medicina di emergenza con area di degenza a media intensità di cure; personale costituito da organici unici, dedicati, con medici che afferiscono alla Medicina di Emergenza-Urgenza e che, se convenzionati con più di 5 anni di anzianità, possono richiedere il passaggio alla dipendenza; per chi ha meno di 5 anni, sono previsti percorsi dedicati finalizzati a conseguire la specializzazione e successivo passaggio a dipendenza; al personale si riconoscono indennità di rischio ambientale, lavorativo, nucleare, biologico, chimico e radiologico. Da citare inoltre la proposta Cimo Fesmed di Dipartimenti Emergenza-Urgenza transmurali includenti Ps e 118, articolati in unità complesse, semplici dipartimentali e semplici e sviluppi di carriera; un ruolo unicocon passaggio alla dipendenza dei medici convenzionati, su base volontaria e/o con esperienza di 5 anni; formazione unica ed omogenea su tutta Italia, l'ingresso nel Ssn di medici dal 3° annodi specialità, tutele da aggressioni, revisione del valore economico della guardia e della specifica indennitàper i dirigenti medici; riconoscimento in alcuni casi del lavoro usurante; revisione di equipollenze ed affinitàdegli specialisti in medicina di emergenza-urgenza, che oggi impediscono ulteriori opportunità di lavoro in altre discipline.