Minacce e intimidazione dei no vax contro i medici continuano a susseguirsi. L'ultimo episodio è quello registrato al pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma dove alcuni sanitari sono stati oggetto di un'aggressione. L'opposizione al Green pass o al vaccino «non è accettabile che si trasformi in una guerra. E che a farne le spese siano i medici, gli operatori sanitari, 'colpevoli' solo di stare dalla parte della scienza, della salute, della cura». Il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Flippo Anelli, chiede una risposta «ferma» dopo l'assalto al Pronto soccorso dell'Umberto I a Roma e contro le minacce e gli insulti «che riceviamo ogni giorno». Dello stesso parere anche il sindacato nazionale medici ospedalieri Anaao Assomed che chiede l'applicazione della «legge contro la violenza sugli operatori sanitari e siano rafforzati i presidi di sicurezza negli ospedali».
«Sta montando un clima che non può essere accettato in nessuna maniera, un attacco alla democrazia e anche a coloro come i medici che garantiscono il diritto alla salute. Ci sentiamo sotto attacco perché' siamo coloro che credono nei vaccini come strumento che nel tempo ha evitato milioni di morti e oggi pensano sia lo strumento per uscire dalla pandemia», dice Anelli all'ANSA e prosegue: «Chi non crede ai vaccini ha la libertà di non farlo ma lasciate stare i medici che hanno già pagato un prezzo molto alto con 364 morti». Noi, aggiunge il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri che cita l'art.32 della Costituzione, «continuiamo a fare il nostro dovere ogni giorno. Molti di noi sono lì a curare proprio coloro che non credono al vaccino e che sono coloro che più frequentemente si ammalano». Quindi «gratitudine e solidarietà ai colleghi contro questi facinorosi che lo Stato deve fermare. Noi andremo avanti e faremo sempre il nostro dovere fino in fondo». Per Anaao i decisori politici «devono assumere come priorità assoluta la soluzione delle criticità che ostacolano la piena operatività delle strutture di emergenza/urgenza oramai da troppo tempo, a partire dalla imponente carenza di personale». «Bisogna restituire serenità a chi presta assistenza e cura durante le delicate fasi di soccorso a cittadini che potrebbero anche perdere la vita", avverte il sindacato.
Esprimendo «solidarietà e vicinanza ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari del Pronto soccorso del Policlinico Umberto I per le minacce e le violenze subite da parte di un manipolo di facinorosi no-vax», l'Anaao sottolinea che «attaccare un pronto soccorso, una struttura pubblica deputata ad affrontare le emergenza/urgenze cliniche e traumatologiche, distruggerne le strumentazioni e gli arredi e ferirne gli operatori, rappresenta un atto di vigliaccheria e di totale disprezzo del diritto alla salute dei cittadini». «Siamo disponibili al dialogo e far ragionare chi ha dubbi ma le minacce non le accettiamo e serve rispetto verso chi fa il proprio dovere», sottolinea Anelli che ora si aspetta «rigore nell'applicazione della legge sulla sicurezza dei sanitari» approvata definitivamente nell'agosto del 2020 e che prevede, tra l'altro, inasprimento delle pene fino a 16 anni di carcere, sanzioni amministrative fino a 5mila euro, la previsione della procedibilità d'ufficio senza la necessità che vi sia querela da parte della persona offesa. «In questo momento bisogna difendere la democrazia. Siamo disponibili a compattare tutte le forze democratiche e tutte le componenti della società civile - conclude Anelli - in modo tale che la risposta sia forte ed unanime».