Nel testo della Manovra 2026 non compare la norma annunciata per la sperimentazione della libera professione intramuraria delle professioni sanitarie non mediche. Lo segnala Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up, secondo cui «la Manovra chiude la porta e lascia fuori chi cura».
De Palma ricorda che l’articolo 70-bis, annunciato dal ministro della Salute Orazio Schillaci, avrebbe dovuto consentire una fase sperimentale per superare i vincoli oggi in vigore, che «impongono limiti aziendali rigidi e spesso insormontabili». “In Italia pochissimi professionisti non medici hanno potuto usufruirne — osserva — perché le richieste vengono respinte con motivazioni burocratiche o organizzative”.
Il sindacato individua la principale criticità nel comma 2 del decreto-legge 127/2021, che restringe l’autorizzazione all’attività esterna. “Le priorità aziendali vengono usate come scudo per negare ogni possibilità — aggiunge De Palma —. La Manovra avrebbe dovuto avviare una sperimentazione reale, ma nel testo bollinato dalla Ragioneria non ce n’è traccia”.
Secondo il presidente Nursing Up, le promesse del ministro “restano lettera morta”. Né la riforma strutturale né una deroga temporanea sono state inserite nel provvedimento. “Il Governo annuncia 6 mila assunzioni — commenta — ma servirebbero almeno 175 mila unità per raggiungere gli standard europei. È come tentare di curare un malato grave di tubercolosi con latte e miele”.
De Palma sottolinea inoltre che restano irrisolte le questioni relative alla carenza di personale e alla valorizzazione economica. “Gli aumenti reali si limitano a circa 40 euro netti, mentre l’indennità di 1.630 euro lordi deriva da fondi già previsti nella precedente manovra. Continuiamo a chiedere un confronto con il ministro, ma non siamo mai stati convocati”.
Il sindacato critica anche le ipotesi di reclutamento di infermieri dall’estero e la proposta di introdurre nuove figure ibride, come l’“assistente infermiere”, senza un quadro normativo definito. “Mentre si parla di importare professionisti da altri Paesi — conclude De Palma — si ignorano le condizioni di chi già lavora nel Servizio sanitario nazionale. Così il Ssn, già in sofferenza, rischia di non superare la prossima stagione”.