La legge di bilancio penalizza i dirigenti medici, veterinari e soprattutto i dirigenti sanitari del Servizio sanitario nazionale. È la denuncia della Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN, che interviene sulla bozza della manovra in votazione in Parlamento.
“Non abbiamo firmato la preintesa di un contratto definanziato di ben 560 euro medi mensili procapite e ora la legge di bilancio congela fino al prossimo contratto le risorse già finanziate a regime dal 2026 per l’aumento dell’indennità di specificità”, afferma Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN.
Secondo il sindacato, le risorse congelate avrebbero consentito un incremento medio di circa 270 euro lordi mensili, in grado di compensare almeno in parte le perdite economiche del contratto. Il punto più critico riguarda però i dirigenti sanitari non medici, per i quali il finanziamento previsto sarebbe pari a 40 euro lordi, contro i 270 euro destinati agli altri professionisti dell’Area.
“Una sperequazione vergognosa che mina l’unità e la compattezza dei servizi”, sottolinea Filippi, parlando di una penalizzazione che colpisce circa 17 mila tra psicologi, biologi, chimici, farmacisti, fisici e dirigenti delle professioni sanitarie.
La Fp Cgil ribadisce che la mancata firma della preintesa contrattuale è legata proprio all’assenza di risorse aggiuntive e alla scelta del Governo di rinviare il riequilibrio delle indennità. “Con il contratto avremmo dovuto sanare le sperequazioni già esistenti, che invece ora vengono ulteriormente ampliate”, conclude Filippi, annunciando la prosecuzione della vertenza sindacale fino alla correzione delle disuguaglianze denunciate.