Le persone con malattie gastrointestinali (GI) hanno una probabilità significativamente maggiore di soffrire di disturbi del sonno rispetto a coloro che le hanno, questo il risultato di uno studio che ha coinvolto più di 10.000 individui.
Nello studio, pubblicato online su BMC Gastroenterology, i ricercatori hanno analizzato i dati di 10.626 adulti di età pari o superiore a 20 anni provenienti dal National Health and Nutrition Examination Survey degli Stati Uniti tra il 2005 e il 2014.
Sottoposti a un questionario, 6.444 di loro ha affermato di aver sofferto di qualche problema gastrointestinale comprendente vomito o diarrea negli ultimi 30 giorni.
I ricercatori hanno esaminato anche le risposte relative alla durata del sonno, ai problemi di sonno e alla diagnosi di un disturbo del sonno.
I risultati indicano che le persone con qualche tipo di disturbo GI rispetto a quelle senza presentavano una prevalenza significativamente maggiore di problemi di sonno (37,99% vs 24,21%) e una frequenza più alta di diagnosi di disturbi del sonno (14,99% vs 8,08%). L’analisi aggiustata per fattori demografici, di stile di vita e clinici ha evidenziato che gli individui con malattia GI avevano il 70% in più di probabilità di soffrire di disturbi del sonno. Inoltre, erano significativamente più inclini ad avere una diagnosi di disturbo del sonno e a presentare una riduzione della durata del sonno con una odds ratio aggiustata pari a 1,8 per disturbi del sonno e riduzione significativa della durata del sonno.
L’associazione tra malattie GI e problemi di sonno è rimasta consistente in diversi sottogruppi, inclusi soggetti senza ipertensione, diabete o storia di fumo. È rimasta significativa anche tra gli individui con cardiopatia coronarica e punteggi più alti dell’indice dietetico per il microbiota intestinale. Non sono emerse interazioni significative relative ad età, sesso o altre malattie croniche.
Un’analisi di mediazione ha mostrato che la depressione legato alle condizioni GI spiegava dal 19 al 27% dell’associazione, ma gli autori ipotizzano altri possibili meccanismi.
“Le prove suggeriscono una relazione bidirezionale tra le malattie gastrointestinali e i disturbi del sonno, per cui una disfunzione in un ambito può esacerbare l’altro”, hanno scritto gli autori della ricerca. “Gli studi precedenti sull’associazione tra GI e problemi di sonno sono stati di piccole dimensioni, e il ruolo della depressione come mediatore non è stato ben esplorato. Tuttavia, il ruolo mediatore della depressione potrebbe non essere l’unico coinvolto, sottolineando il ruolo di come infiammazione sistemica, ipersensibilità viscerale e disfunzioni metaboliche”.
I risultati illustrano la necessità di affrontare sia i fattori psicologici che quelli gastrointestinali nella pratica clinica per migliorare la salute del sonno. Tuttavia, spesso i gastroenterologi non chiedono ai pazienti problemi legati al sonno, e gli specialisti del sonno non indagano su sintomi GI, facendo sì che anche i pazienti, spesso, non riportano tutti i sintomi in visita.
Secondo Jatin Roper della Duke University, i dati rafforzano l’ipotesi di un link intestino-cervello mediato da vie neurali, endocrine, microbiotiche e immunitarie. “Clinicamente, lo studio evidenzia la necessità di uno screening integrato: i gastroenterologi dovrebbero indagare la qualità del sonno, mentre gli specialisti del sono dovrebbero includere sintomi GI nell’anamnesi” ha affermato.
Serviranno comunque ulteriori studi per identificare i percorsi causali e sviluppare interventi mirati e multidimensionali per questa triade interconnessa di problemi di salute.