Uno studio trasversale condotto presso l’University Medical Center Groningen e pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition ha evidenziato una diffusa carenza di vitamina C nei pazienti con malattia renale cronica (CKD), in particolare negli stadi 4 e 5 e nei soggetti sottoposti a dialisi.
I ricercatori hanno condotto uno studio trasversale per valutare lo stato della vitamina C e i suoi determinanti in pazienti con CKD (62 sottoposti a dialisi, 41 con CKD stadio 4 o 5 e 42 trapiantati renali) e in individui sani (447 donatori di rene viventi e 385 controlli sani).
I livelli plasmatici di vitamina C sono stati misurati con cromatografia liquida ad alta prestazione e classificati come adeguati (> 35 μmol/L), inadeguati (> 10-35 μmol/L) o carenti (≤ 10 μmol/L).
Nel gruppo CKD, l’assunzione di vitamina C è stata valutata tramite recall dietetici nelle 24 ore, condotti da un dietista; un’assunzione inferiore a 75 mg/die è stata considerata inadeguata.
La clearance della vitamina C nei pazienti in dialisi è stata valutata prelevando campioni di sangue e dializzato in diversi momenti durante una seduta.
I dati mostrano come i livelli plasmatici medi siano significativamente inferiori nei soggetti con CKD stadio 4 o 5 e nei pazienti in dialisi rispetto a trapiantati renali, donatori e controlli sani, con oltre metà dei pazienti affetti da CKD che presentano valori inadeguati o carenti.
La carenza è risultata particolarmente marcata negli stadi avanzati della malattia (80% nei pazienti allo stadio 4 o 5) e in chi si sottopone a dialisi (58%). Anche l’assunzione alimentare di vitamina C è risultata insufficiente nella maggior parte dei pazienti, nonostante in alcuni casi fossero previste supplementazioni. Nella popolazione sana, una funzione renale migliore si associava in modo indipendente a livelli plasmatici più elevati di vitamina C.
L’analisi della clearance vitaminica nei pazienti dializzati ha mostrato un’eliminazione maggiore durante le sedute notturne in-centro rispetto a quelle convenzionali, suggerendo possibili differenze clinicamente rilevanti nell’approccio dialitico.
Secondo gli autori, guidati da Caecilia S.E. Doorenbos, il monitoraggio regolare della vitamina C nei pazienti con funzione renale compromessa dovrebbe diventare una pratica di routine, aprendo la strada a interventi mirati per migliorare lo stato nutrizionale e ridurre i rischi correlati. Gli stessi autori sottolineano tuttavia che i risultati derivano da uno studio osservazionale basato su un singolo recall dietetico nelle 24 ore, e quindi non consentono di stabilire nessi causali certi né di escludere confondimenti residui.
“I nostri risultati evidenziano l’importanza di monitorare lo stato della vitamina C negli individui con funzionalità renale compromessa e suggeriscono opportunità per interventi mirati al miglioramento dello stato vitaminico”, concludono gli autori.