Clinica
Oncologia
25/11/2024

Cancro al seno e peso corporeo: il solo BMI non basta a stimare il rischio

Quantificare l'impatto del cancro attribuibile ai fattori dello stile di vita è importante per i programmi di prevenzione e le decisioni di salute pubblica

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Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Epidemiology & Community Health, suggerisce che il solo indice di massa corporea (BMI) potrebbe sottostimare i casi di cancro al seno in postmenopausa attribuibili all'obesità, portando i casi dovuti all’eccesso di peso da uno su dieci a quasi 2 su 5.

Il cancro al seno è la neoplasia più comune tra le donne, con oltre 2,2 milioni di nuovi casi stimati nel 2022 a livello mondiale (46,8 casi ogni 100.000 persone). L’indice di massa corporea è un noto fattore di rischio per il cancro al seno postmenopausale. Si stima che circa il 10% dei casi possa essere attribuito al sovrappeso od obesità (BMI >24,9 kg/m²).

Il ruolo del peso e i limiti del BMI

Quantificare l'impatto del cancro attribuibile ai fattori dello stile di vita è importante per i programmi di prevenzione e le decisioni di salute pubblica. Per stimare accuratamente l'impatto causato dalle malattie attribuibili a un fattore di rischio, è necessaria una profonda comprensione di tale fattore di rischio. Tuttavia, il BMI non sempre rappresenta in modo accurato la percentuale di grasso corporeo, poiché tale relazione è influenzata da fattori come sesso, età e razza. Questo può portare a una sottostima del grasso corporeo, specialmente nelle donne anziane.

Per ovviare a queste limitazioni, sono state proposte misure alternative, tra cui il CUN-BAE (Clínica Universidad de Navarra–Body Adiposity Estimator), che tiene conto anche di fattori come età e sesso per stimare il grasso corporeo e mostra una correlazione migliore con i disturbi metabolici rispetto al solo BMI. Fattori ormonali, come la produzione di estrogeni nei tessuti grassi, giocano un ruolo cruciale nello sviluppo del cancro al seno postmenopausale, in particolare nei tumori positivi ai recettori degli estrogeni.

Lo studio

Lo studio ha confrontato il numero di casi di cancro al seno attribuibile all’eccesso di grassocorporeo, calcolato sia con il BMI che con il CUN-BAE, analizzando anche il legame con i diversi tipi di recettori tumorali.
I ricercatori hanno incluso 1033 casi di cancro al seno e 1143 controlli in donne post-menopausa provenienti dallo studio oncologico MCC-Spain.

I casi attribuibili all'eccesso di peso sono stati stimati con entrambe le misure antropometriche (BMI e CUN-BAE) utilizzando modelli di regressione logistica per calcolare i diversi valori di rischio.

Tra le partecipanti il BMI medio era di 26,3 kg/m² nei controlli e di 27,2 kg/m² nei casi. Il CUN-BAE medio era del 39,7% nei controlli e del 40,4% (5,5%) nei casi.
Le categorie più alte di CUN-BAE hanno mostrato un aumento del rischio di cancro al seno (OR 2,13 per valori superiori al 45% rispetto alla categoria di riferimento <35%). I ricercatori hanno evidenziato, inoltre che, utilizzando come valore il solo BMI, il 23% dei casi è stato attribuito al sovrappeso rispetto al 38% utilizzando CUN-BAE. La differenza nel carico di cancro attribuibile all'obesità è stata osservata, in particolare, per i tumori al seno positivi ai recettori ormonali.

Infatti, i fattori ormonali hanno un ruolo importante nella relazione tra peso corporeo e cancro al seno. L'obesità è un fattore di rischio ben noto per il cancro al seno recettore degli estrogeni positivo, poiché la produzione di estrogeni nel tessuto mammario adiposo è un fattore chiave nello sviluppo del tumore.

Tra le spiegazioni biologiche di questi risultati i ricercatori evidenziano l’aumento degli estrogeni nei tessuti grassi; alterazioni nei livelli di insulina, fattori di crescita e citochine pro-infiammatorie con un aumento dell’infiammazione cronica a bassa intensità.

In conclusione

In conclusione, l’uso del CUN-BAE offre una stima più accurata rispetto al BMI, suggerendo che il carico attribuibile al grasso corporeo potrebbe essere sottostimato se valutato con metodi tradizionali. Questi risultati potrebbero influenzare le strategie di prevenzione del cancro, aumentando la consapevolezza sull’impatto del grasso corporeo nella carcinogenesi e promuovendo misure per il controllo dell’obesità, promuovendo diverse ricerche e metodologie per la stima del grasso corporeo.

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