Un gruppo di ricercatori coordinati da Dipak Kotecha, dell'Institute of Cardiovascular Sciences presso l'Università di Birmingham, nel Regno Unito, ha monitorato con l'uso di dispositivi indossabili consumer-grade la frequenza cardiaca in un gruppo di 53 pazienti con fibrillazione atriale permanente (FA) e insufficienza cardiaca, trattati con digossina o con beta-bloccanti.
Durante un periodo di monitoraggio di 20 settimane, non sono state riscontrate differenze significative nella frequenza cardiaca tra i pazienti trattati con digossina e quelli trattati con beta-bloccanti. Questo risultato è rilevante perché sfida la convinzione diffusa, basata su studi in acuto, che la digossina sia inferiore ai beta-bloccanti per il controllo della frequenza cardiaca nei pazienti con fibrillazione atriale.
Lo studio, pubblicato su Nature Medicine, è stato condotto nell'ambito di RATE-AF, un trial randomizzato, open-label con end-point cieco, che ha confrontato l'uso della digossina a basso dosaggio rispetto ai beta-bloccanti per il controllo a lungo termine della frequenza cardiaca. I partecipanti, tutti di età pari o superiore a 60 anni e con FA permanente e sintomi di insufficienza cardiaca, sono stati randomizzati a ricevere digossina o bisoprololo una volta al giorno. Il monitoraggio è stato effettuato tramite un dispositivo indossabile Fitbit Charge 2, collegato a uno smartphone Samsung A6, che ha raccolto dati sulla frequenza cardiaca e sull'attività fisica per un periodo di 20 settimane.
Durante il periodo di studio, sono stati raccolti oltre 143 milioni di punti-dati sulla frequenza cardiaca e oltre 23 milioni di intervalli di attività fisica. I risultati hanno mostrato che la frequenza cardiaca media non differiva significativamente tra i pazienti trattati con digossina e quelli trattati con beta-bloccanti, sia a riposo che durante l'attività fisica.
L'uso di dispositivi indossabili ha permesso un monitoraggio continuo, fornendo una visione più dinamica dello stato funzionale dei pazienti rispetto alle valutazioni cliniche periodiche tradizionali.
Nature Medicine 2024. Doi: 10.1038/s41591-024-03094-4
http://doi.org/10.1038/s41591-024-03094-4