Tutte rispettate le scadenze europee della Missione Salute del Pnrr al 31 marzo scorso, tuttavia, il raggiungimento degli obiettivi nazionali sull'assistenza domiciliare integrata è condizionato da rilevanti differenze regionali, conseguenti sia al "punto di partenza" delle Regioni del Mezzogiorno, sia alle loro capacità di recuperare il gap con l'avvio del Pnrr". È quanto evidenzia il monitoraggio indipendente condotto dalla Fondazione Gimbe che, analizzando gli step intermedi dell’attuazione del Pnrr, accende un faro sul capitolo assistenza domiciliare, sul quale alcune regioni sembrano arrancare più di altre. Nel dettaglio Sicilia, Campania e Sardegna. "Anche se non condizionano l'erogazione dei fondi del Pnrr - spiega il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta - questi step intermedi richiedono un attento monitoraggio perché potrebbero compromettere le correlate scadenze europee".
Entro le scadenze fissate, rileva il report, sono stati raggiunti tutti quelli previsti nel 2021 e 2022. Relativamente al 2023, sono stati differiti tre target: due da giugno 2023 a giugno 2024, ovvero la 'Stipula di un contratto per gli strumenti di intelligenza artificiale a supporto dell’assistenza primaria' e la 'Stipula dei contratti per la realizzazione delle Centrali operative territoriali'. L’ulteriore target 'Nuovi pazienti che ricevono assistenza domiciliare (prima parte)' differito da marzo 2023 a marzo 2024 è stato raggiunto alla scadenza prevista, insieme alla seconda parte dello stesso target, prevista per marzo 2024. "Raggiunti gli obiettivi per l'assistenza domiciliare integrata (Adi) negli over 65 - commenta Cartabellotta - i ritardi attuali sulle scadenze nazionali non sono particolarmente critici. Tuttavia, il raggiungimento degli obiettivi nazionali sull'Adi è condizionato da rilevanti differenze regionali". In particolare, il target intermedio per raggiungere l'obiettivo al 2026 di circa 1,5 milioni di over 65 in Adi, a fronte di una media nazionale del 101% che rappresenta la percentuale di incremento al 31 dicembre 2023, vede in testa la Provincia Autonoma di Trento (235%), Umbria (206%), Puglia (145%) e Toscana (144%). Risultati che compensano quelli di Sardegna (77%), Campania (62%) e, soprattutto, Sicilia che rimane fanalino di coda all'1%".
Il monitoraggio di Gimbe prende poi in considerazione la rimodulazione della Missione 6 Salute. Se la sua dotazione finanziaria è rimasta invariata (a 15,6 miliardi), sono stati previsti una riduzione delle Case della Comunità (-312), delle Centrali Operative Territoriali (-120) e Ospedali di Comunità (-93) e interventi di antisismica (-25). "L'unica certezza - afferma Cartabellotta - è che tutto quanto espunto dal piano di rimodulazione potrà essere realizzato solo dopo giugno del 2026, data di scadenza ultima delle opere del Pnrr". La rimodulazione stabilisce anche una riduzione dei posti letto di terapia intensiva (-808) e semi-intensiva (-995). Aumento, invece, degli over 65 da prendere in carico in assistenza domiciliare (da almeno 800 mila a 842 mila) e dei pazienti assistiti in telemedicina (da almeno 200 mila a 300 mila). Differimenti temporali sono poi introdotti per l'attivazione delle Centrali Operative Territoriali dal 30 giugno 2024 al 31 dicembre 2024 (+ 6 mesi) e per l'installazione delle grandi apparecchiature dal 31 dicembre 2024 al 30 giugno 2026 (+ 18 mesi). "Un differimento temporale - commenta il Presidente della Fondazione Gimbe - motivato da criticità minori, quali lo smaltimento delle vecchie apparecchiature e l'adeguamento dei locali". Il rispetto delle scadenze future, sottolinea ancora Cartabellotta, sarà condizionato dalle criticità di attuazione della riforma dell'assistenza territoriale nei 21 servizi sanitari regionali. In particolare, il ruolo dei medici di famiglia e la grave carenza infermieri. Su quest'ultimo punto Cartabellotta riporta tre dati: innanzitutto, nel 2021, il numero di infermieri in Italia è pari a 6,2 per 1.000 abitanti (media Ocse di 9,9), con rilevanti differenze regionali e un fabbisogno stimato da Agenas tra 19.450 a 26.850 unità. In secondo luogo, gli stipendi non adeguati, ben al di sotto della media Ocse (EUR 35.030 vs EUR 44.250 a dicembre 2021). Inoltre, negli ultimi 20 anni il potere di acquisto dei loro stipendi si è ridotto sia nel periodo 2000-2019 (-1,5%), sia nel periodo 2019-2021 (-1%), più che in ogni altro Paese Ocse. "La Missione Salute del Pnrr - conclude Cartabellotta - è indubbiamente una grande opportunità per potenziare il Ssn, ma solo nell'ambito di un rilancio complessivo della sanità pubblica. Ovvero, non può essere la "stampella" per sostenere un Ssn claudicante".