Gli episodi di emicrania sono più forti, frequenti e di durata maggiore nelle donne, rispetto agli uomini. Inoltre, ci sono ancora molte criticità nella gestione e presa in carico delle pazienti con questa malattia, in particolare per la mancanza di un approccio multi e interdisciplinare. Questi sono i primi risultati del gruppo di lavoro composto da Fondazione Onda e Anircef (Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee) e presentati oggi durante l’evento “Percorso emicrania donna: organizzazione dell’assistenza integrata”, a Roma presso la Camera dei Deputati con il contributo non condizionante di Teva, il patrocinio di Al.Ce. Group Italia- CIRNA Foundation Onlus e di AIC onlus, Associazione Italiana per la Lotta contro le Cefalee. Lo fa sapere una nota della Fondazione Onda.
L’emicrania rappresenta, secondo l’Oms, la terza malattia più frequente e la seconda più disabilitante del genere umano tanto che il 14 per cento della popolazione mondiale ne soffre. Predilige nettamente il sesso femminile, prendendo le forme di una condizione che segue l’andamento delle fluttuazioni degli ormoni sessuali femminili. Per questo, il progetto ha come scopo quello di sviluppare un nuovo modello di gestione dell’emicrania che tenga conto delle peculiarità del genere femminile per garantire una più tempestiva, appropriata ed efficace presa in carico multidisciplinare attraverso la collaborazione sinergica di tutti gli specialisti coinvolti nel percorso di cura.
«Il progetto, realizzato grazie allo sforzo congiunto di Fondazione Onda e Anircef, rappresenta un altro importante passo nel nostro impegno a tutela della salute, in particolare delle donne, che sono di gran lunga le più colpite da questa malattia e con sintomi più forti. - dichiara Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda. - Ci auguriamo che l’esperienza di questo gruppo di lavoro possa portare all’elaborazione di un modello bio-psico-sociale di gestione delle donne con emicrania, tenendo conto di tutte le specificità delle fasi di vita femminili, partendo dalla pre-adolescenza per poi arrivare alla menopausa».
Nella donna, infatti, l’emicrania compare, generalmente, dopo la prima mestruazione, raggiungendo il massimo della sua prevalenza nella quarta e quinta decade di vita. I sintomi tendono a migliorare nel corso del secondo e terzo trimestre di gravidanza, per poi riaffiorare dopo il parto e l’allattamento. La scomparsa dell’emicrania con la menopausa è tutt’altro che la regola, dal momento che in un terzo delle donne persiste in forma immodificata, mentre un altro terzo lamenta addirittura un peggioramento dei sintomi. L'emicrania non è solo più comune, ma anche più severa nel genere femminile: le donne sperimentano episodi di emicrania più frequenti, di maggior intensità e durata e presentano in genere un maggior numero complessivo di comorbilità con conseguenti maggiori implicazioni negative sulla qualità della vita, che investono l’ambito familiare, lavorativo e relazionale.
Il progetto di Fondazione Onda e Anircef, quindi, si prefigge di iniziare un nuovo percorso scaturito proprio dalla consapevolezza che sia necessaria una nuova organizzazione dell’assistenza alla donna con emicrania, fino ad arrivare ad un nuovo modello di gestione. Le criticità relative alla presa in carico emergono sin dall’infanzia, dove, sebbene esistano linee guida sia nazionali sia internazionali per la diagnosi e il trattamento delle cefalee in età pediatrica, il passaggio critico tra la prepubertà e la post-pubertà non viene adeguatamente attenzionato.
Infatti, spesso viene sottovalutata l’importanza dell’analisi dei fattori socio-ambientali e situazionali che rappresentano una fonte di stress e favoriscono l’insorgenza dell’emicrania e l’intervento farmacologico è indicato solo laddove quello socio-comportamentale non abbia prodotto miglioramenti. Il consulto di un neurologo o di uno specialista delle cefalee è sempre auspicabile, se non addirittura necessario, ad esempio, per scegliere il contraccettivo più indicato, senza incorrere in aumento del rischio di eventi ischemici.
Anche gravidanza e menopausa richiedono un occhio di riguardo, così come la presenza di emicrania, deve essere attentamente considerata prima di sottoporsi a tecniche di riproduzione assistita. Nelle pazienti oncologiche, infine, il trattamento è spesso associato ad un peggioramento dei sintomi dell’emicrania, particolarmente evidente con le terapie ormonali contro il tumore del seno. Risulta quindi evidente la necessità di una gestione coordinata e integrata della donna con emicrania e, conseguentemente, di una collaborazione attiva tra il neurologo e lo specialista di riferimento, sia esso il ginecologo o l’oncologo.
«ANIRCEF si impegna fortemente perché tutte le persone che soffrono di cefalea in Italia trovino una risposta adeguata al loro problema di salute e perché la ricerca scientifica risolva le incertezze e i bisogni non ancora corrisposti. Il principio ispiratore fondamentale del modello dedicato alla donna emicranica, sviluppato in collaborazione con Onda, è l’approccio personalizzato alla presa in carico e al trattamento che tenga conto della variabilità individuale a livello di caratteristiche genetiche, di ambiente, di stili di vita ed esperienze personali», dichiara la Prof.ssa Cinzia Finocchi, Presidente Anircef.
Infine, dichiara l’On. Ilenia Malavasi, Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati:« L’OMS sottolinea sempre più la necessità di un approccio alla salute tramite la medicina di genere, vale a dire lo studio dell'influenza delle differenze biologiche, sessuali, socioculturali ed economiche rispetto alla frequenza, ai disturbi e alla gravità delle malattie e, più in generale, sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. La medicina di genere tiene anche conto degli effetti sulla salute degli stili di vita (fumo, alcol, alimentazione, attività fisica, peso corporeo, contesto socio-culturale e ambientale) poiché anche questi fattori hanno un forte impatto sullo sviluppo e l'evoluzione delle malattie. L’emicrania rientra certamente tra le patologie più "sensibili" a questo tema perché, in tutto il mondo, presenta una prevalenza tre volte maggiore nelle donne, con un forte impatto sia sulla qualità della vita che sui costi diretti e indiretti sostenuti dalla società. Per questo, ogni approfondimento e ogni valutazione delle sue caratteristiche e del suo impatto sociale sono molto importanti nel fornire informazioni sulle azioni da intraprendere, tra le quali assistenza integrata e approccio multidisciplinare rappresentano gli obiettivi prioritari sui quali lavorare».
Per saperne di più:
Percorso Emicrania Donna: organizzazione dell'assistenza integrata - Onda - Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere (fondazioneonda.it)