
Se da un lato l'uso della messaggistica istantanea e della comunicazione tramite e-mail possono essere fonte di stress e arrabbiatura per i medici, l'uso degli emoticons in questo tipo di comunicazioni può alleggerire il peso di dover leggere grandi quantità di messaggi.
È quanto emerso da uno studio recentemente pubblicato su
JAMA Network Open che ha analizzato la messaggistica scambiata in una piattaforma di messaggistica privata di un grande ospedale americano.
Lo studio ha analizzato il contenuto dell'1% dei
thread di messaggi di testo scambiati tra medici ospedalieri da luglio 2020 a marzo 2021 in un grande ospedale del Midwest, per un totale di 80 medici coinvolti e 2214 messaggi scambiati. In questo sottoinsieme, 155 messaggi univoci, conteneva almeno un'emoji o un'emoticon, le cosiddette "faccine", e 11 messaggi ne usavano più di una, per un totale di 169 simboli utilizzati.
Gli ideogrammi sono apparsi per la prima volta nella comunicazione personale oltre un decennio fa, ma il loro uso nella corrispondenza professionale è ancora oggi generalmente malvisto.
Le emoji più comunemente usate includevano il pollice in su (; 46) la faccina sorridente (; 10) le lacrime di gioia (; 17) e il cuore (❤️; 6).
Nei 155 messaggi contenenti una emoji, 94 di essere erano usate a scopo emotivo, cioè per comunicare il proprio stato d'animo o un'emozione legata al messaggio stesso, 49 erano usate per aprire o chiudere un thread di comunicazione (ad esempio la mano che saluta) o legarsi alle conversazioni precedenti, 13 per assecondare una risposta dell'altra parte (ad esempio le mani in preghiera per chiedere un aiuto), 11 emoji sintetizzavano un oggetto (ad esempio una siringa per indicare la necessità di fare un'iniezione) e solo 2 ad altri scopi (come ad esempio augurare buon compleanno).
Lo studio ha rilevato come l'uso di questi simboli, in contesto clinico sicuro, non abbia generato confusione costituisca e sia, soprattutto fra i medici più giovani, un modo per sintetizzare emozioni e stati d'animo attraverso un nuovo stile di linguaggio. In molti casi, addirittura, sono serviti per togliere ambiguità da un testo inserendo lo stato d'animo o l'intenzione emotiva di un determinato messaggio.
Rimane non chiarito però un aspetto legale legato all'uso degli emoji. Non esiste infatti una normativa che regoli l'interpretazione di questi simboli nel caso le conversazioni private possano essere considerate prova in cause legali, soprattutto nelle accuse di malsanità o frode sanitaria. Tuttavia, l'analisi non ha rivelato preoccupazioni medico-legali imminenti fra i medici o un tasso più elevato di incomprensione fra di essi.
Questi risultati suggeriscono che le preoccupazioni sulla professionalità e i pregiudizi riguardo l'uso di emoji ed emoticon nelle conversazioni tra colleghi potrebbero essere ingiustificati.