
L'argomento 'prevenzione personalizzata' è stato al centro dello scorso congresso nazionale della Società Italiana di Prevenzione Cardiovascolare (Siprec) svoltosi a Napoli dal 15 al 17 settembre ed è stato oggetto anche di una revisione delle linee guida sulla prevenzione cardiovascolare, pubblicata sempre dalla Siprec quest'anno. Oltre a recepire 'sulla carta' tutte le ultime evidenze dalla letteratura scientifica, in merito ai nuovi target terapeutici per i fattori di rischio tradizionali (ipertensione, dislipidemia, diabete) e alle nuove possibilità terapeutiche, è necessario però fare un passo avanti e calare concretamente tutte queste raccomandazioni nella vita di tutti i giorni. Ecco, dunque, anche in occasione della Giornata Mondiale del Cuore, i consigli 'personalizzati' degli esperti della SIPREC e declinati per le diverse fasce d'età (giovani 20-45 anni, mezza età 45-65 anni, over 65).
Per l'ipertensione "Le ultime linee guida internazionali - ricorda il professor Massimo Volpe, presidente Siprec - fanno una distinzione netta dei target pressori per la fascia d'età tra i 18 e i 65 anni (tutta l'età adulta), per gli ultra65enni e per gli ultra75enni; ciò significa che anche l'intensità di cura va modulata diversamente a seconda dell'età. Così, se tra i 18 e i 65 anni il nostro obiettivo terapeutico è di raggiungere valori di 130/80 mmHg, tra i 65 e i 75 anni l'obiettivo è di arrivare sotto i 140/90 mmHg (con l'ipotesi di scendere a 130/80 mmHg, se la terapia è ben tollerata). Sopra i 75 anni infine, l'obiettivo di 140/90 va gestito con la massima cautela per quanto riguarda l'intensità delle cure. In un'ottica di semplificazione, va inoltre valorizzato l'uso di terapie di combinazione fissa cioè della poli-pillola".
"Le statine - sottolinea il professore - rappresentano da anni il più importante presidio di prevenzione cardiovascolare primaria nei soggetti con dislipidemia e, in prevenzione secondaria, anche a prescindere dalla presenza di una dislipidemia, cioè di elevati livelli di colesterolo e/o trigliceridi. Il rapporto efficacia/sicurezza di questi farmaci è nettamente favorevole; una recente metanalisi del gruppo di Oxford ha infatti dimostrato che molti degli effetti collaterali attribuiti alle statine, in particolare i disturbi muscolari, non sono imputabili a questi farmaci, che dunque non andrebbero sospesi, né dal paziente, né dal medico".
Riguardo il diabete, negli ultimi anni l'armamentario terapeutico si è arricchito di farmaci (inibitori di SGLT2 e agonisti di GLP-1) che, oltre a controllare questa condizione, hanno un effetto importante sulla prevenzione di scompenso cardiaco ed eventi cardiovascolari. Si tratta però di cure costose che vanno riservate ai soggetti che hanno un rischio cardiovascolare maggiore.
"In prevenzione primaria - ricorda il professor Roberto Volpe, medico ricercatore dell'Unità Prevenzione e Protezione del CNR di Roma, Direttivo Siprec - l'aspirina non è per tutti. Questo perché il beneficio maggiore (anti-trombotico) e il rischio minore (emorragico) dell'aspirina in prevenzione primaria si ha nei soggetti tra i 50 e i 60 anni, con una possibilità di estenderla ai 40enni, in presenza di aterosclerosi periferica documentata". E prima ancora dei farmaci, i veri 'pilastri' della prevenzione primaria sono la dieta e l'esercizio fisico.
Sulla dieta "A qualsiasi età - spiega il dottor Volpe - l'obiettivo principale è mantenere il giusto peso corporeo. Partendo sempre dagli alimenti tipici della Dieta Mediterranea, l'apporto calorico va dunque calibrato in base all'attività fisica svolta che, generalmente, decresce con l'età".
Tra i 20 e i 40 anni, i soggetti fisicamente attivi in genere non necessitano di particolari indicazioni, se non le donne in età fertile nelle quali, al fine di prevenire la carenza di ferro, vanno accompagnati fonti di questo minerale, con l'accortezza di accompagnarli a cibi contenenti vitamina C, per migliorarne l'assorbimento. Tra i 40 e i 60 anni, in questa fascia di età, il metabolismo comincia a rallentare, per cui può essere utile ridurre la quantità e la frequenza di consumo di quegli alimenti che, seppur validi dal punto di vista nutrizionale, potrebbero apportare un surplus di calorie. Ci si riferisce in particolar modo ai carboidrati (vanno preferiti in ogni caso, quelli integrali), ai formaggi, la frutta secca, l'olio, anche se EVO. Dopo i 60anni, oltre a ribadire e rafforzare i consigli riportati per la fascia di età 40-60 anni, a quest'età bisogna contrastare l'osteoporosi, favorendo l'apporto di calcio, che troviamo nei formaggi (da scegliere tra i meno grassi), nel latte, negli yogurt e in alcune acque minerali, ma anche di vitamina D. Andando avanti con gli anni, va monitorato anche l'apporto proteico, per prevenire la sarcopenia.
Infine, le linee guida internazionali sulla prevenzione cardiovascolare sia primaria, che secondaria sottolineano molto l'importanza dell'attività fisica. "Purtroppo - commenta il dottor Alessando Biffi, componente del consiglio direttivo della Siprec - siamo molto indietro nell'implementazione di queste linee guida perché in Italia manca la mentalità dell'attività fisica". I tre criteri basilari da tener presenti nella prescrizione dell'attività fisica sono intensità, frequenza settimanale e durata della sessione di allenamento. Su questi tre parametri va costruita la prescrizione dell'esercizio fisico età per età.
Prevenire significa anche e soprattutto misurare i fattori di rischio e conoscere i propri "numeri" e fare screening personalizzati, in base ai fattori di rischio partendo da esami di primo livello nella fascia più giovane fino a check-up completi in età avanzata.
Le parole d'ordine della prevenzione 3.0, come definita al convegno, sono quindi: Personalizzazione, Prescrizione, Semplificazione.
"La prevenzione - afferma il professor Volpe - va prescritta in maniera personalizzata in tutti i suoi capitoli e per tutte le sue armi, non solo quelle farmacologiche ma anche e soprattutto quelle riguardanti gli stili di vita, in primis dieta e attività fisica. Per questo, una prescrizione realmente personalizzata può essere confezionata solo da un team di specialisti (dietologo, medico dello sport, diabetologo, psicologo, ecc...) coordinato dal cardiologo. E noi siamo dei pionieri di questo approccio".
L'ipotesi del team multidisciplinare per una prescrizione veramente personalizzata delle misure di prevenzione potrebbe oggi essere messa in atto, ad esempio, nelle 'Case della Salute' e arricchita da un controllo a distanza attraverso strumenti telematici, per essere sempre più vicini alle persone che, soprattutto nel caso della prevenzione primaria, hanno bisogno di rinforzi positivi periodici per acquisire e mantenere a lungo le buone abitudini per una vita sana. E se è vero che la prevenzione va messa in atto sin da giovanissimi, la mezz'età rappresenta l'età d'oro della prevenzione cardiovascolare primaria.