Un team multidisciplinare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e dell’Università Vita-Salute San Raffaele ha identificato una nuova mutazione del gene LMNA legata a cardiomiopatia dilatativa e disturbi neuromuscolari, potenzialmente responsabile di eventi aritmici fatali. Lo studio, pubblicato su JACC: Heart Failure, è frutto di uno screening genetico-clinico che ha coinvolto 234 persone appartenenti a una stessa comunità del Sud Italia, Caposele (Avellino), di cui il 12,8% è risultato portatore della mutazione.
In tutti i soggetti portatori, sono state rilevate anomalie cardiache, in molti casi asintomatiche ma potenzialmente letali. Il 43% presentava anche segni di coinvolgimento neuromuscolare.
La scoperta è nata dal caso di una giovane donna con aritmie e una storia familiare di morti improvvise. L’indagine genetica ha rivelato una nuova delezione (c.208del) del gene LMNA, mai descritta prima, che ha indotto il team a espandere l’indagine all’intera comunità d’origine. Alcuni pazienti, una volta identificati, sono stati trattati con impianto profilattico di defibrillatore, rivelatosi salvavita in almeno un caso.
«Questa mutazione compromette la stabilità del nucleo cellulare – spiega la professoressa Chiara Di Resta – favorendo una progressiva cardiomiopatia e alterazioni del sistema di conduzione, che possono portare a gravi aritmie o morte improvvisa».
Oltre al coinvolgimento cardiaco, in circa 4 portatori su 10 si sono manifestati disturbi muscolari e motori di grado variabile. «Le alterazioni neuromuscolari possono esordire in modo subdolo ma evolvere – spiega il neurologo Stefano Previtali – pertanto vanno monitorate con attenzione nei soggetti mutati».
Il progetto ha potuto contare sulla collaborazione della comunità locale, che ha ricostruito un albero genealogico di 12 generazioni, individuando con precisione i soggetti a rischio. Lo screening si è avvalso anche di un algoritmo di intelligenza artificiale capace di predire lo stato genetico con un’accuratezza fino al 90% utilizzando ECG, biometria ed ecocardiogramma.
«In un contesto di isolamento genetico come Caposele – conclude il cardiologo Simone Sala – l’identificazione precoce dei portatori consente una gestione personalizzata e prevenzione efficace. La nostra esperienza dimostra come la collaborazione tra scienza e cittadinanza possa salvare vite e guidare la medicina del futuro».
Riferimento bibliografico:
Peretto G. et al., Multidisciplinary Screening of a Novel Founder LMNA Mutation Associated with Cardiomyopathy in a Geographic Isolate, JACC: Heart Failure, July 2025.