Sarà possibile acquisire fino al 31 dicembre 2024 i crediti formativi Ecm relativi al triennio 2020-2022. Lo stabilisce una delibera approvata dalla Commissione nazionale Ecm, che recepisce quanto previsto dal Decreto Milleproroghe. I professionisti sanitari dovranno comunque conseguire anche i crediti richiesti per il triennio in corso, con la possibilità di decidere entro giugno 2026 a quale dei due trienni attribuirli.
Il provvedimento introduce anche nuove regole per l’acquisizione dei crediti compensativi, che potranno essere utilizzati per colmare i debiti formativi maturati nei trienni precedenti, a partire dal 2014. Il termine per mettersi in regola è fissato a dicembre 2028. Gli Ordini professionali potranno inoltre impiegare automaticamente eventuali crediti in eccedenza, maturati dal triennio 2014-2016 fino al 2026-2028, tramite la piattaforma Co.Ge.A.P.S., per coprire in tutto o in parte i crediti mancanti.
È previsto anche un bonus di premialità per i professionisti che risultino già oggi in regola per tutti i trienni precedenti.
“La formazione continua in medicina deve rispondere sempre di più alle reali esigenze dei professionisti”, dichiara Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, e vicepresidente della Commissione Ecm. “È il momento di rafforzare il ruolo degli Ordini nella gestione della formazione, valorizzando l’uso della piattaforma Co.Ge.A.P.S. per semplificare le procedure, ridurre la burocrazia e rendere i programmi più coerenti con le necessità della professione, come già avviene per avvocati e giornalisti”.
Anelli segnala anche una serie di criticità sul piano istituzionale: “Gli accordi con Agenas non sono stati rispettati. Non è stata firmata la convenzione che prevedeva la restituzione al Co.Ge.A.P.S., e quindi ai professionisti, di quasi 1 milione e mezzo di euro, fondi destinati alla formazione. Inoltre, un emendamento al disegno di legge sulle prestazioni sanitarie, che proponeva di reinvestire in formazione parte delle risorse generate dalla norma stessa, non è stato approvato”.
“È tempo che gli Ordini possano gestire direttamente risorse, strumenti e programmi per la formazione”, conclude Anelli.