Una ricerca, pubblicata su The Journal of Nutrition, ha analizzato se l’esposizione a cibi dolci o neutri durante le prime fasi dello svezzamento influenzi le preferenze alimentari dei bambini tra i 12 e i 36 mesi.
Le preferenze alimentari si sviluppano precocemente e possono influenzare le abitudini per tutta la vita. Gli infanti mostrano un’innata preferenza per il dolce, un tratto evolutivo legato alla ricerca di cibi calorici.
Diverse teorie sostengono che l’esposizione precoce a sapori dolci potrebbe rafforzare questa preferenza e favorire diete meno salutari in seguito. Al contrario, l’introduzione di sapori vari (come amaro e acido) può promuovere una maggiore diversità alimentare.
Tuttavia vi sono poche evidenze che corroborano questa idea e l’influenza sul lungo periodo deve essere approfondita.
In questo nuovo studio, i ricercatori dell’Università di Wageningen (Paesi Bassi) hanno coinvolto 246 neonati in uno studio controllato randomizzato (RCT), suddividendoli in due gruppi: il primo ha ricevuto alimenti dolci (frutta e verdure dolci come le carote), il secondo verdure non dolci (broccoli, spinaci) per 15 giorni. Per annullare influenze preesistenti, ai neonati è stato somministrato porridge di riso neutro per cinque giorni prima dell’intervento. Successivamente i genitori sono tornati liberi di somministrare gli alimenti liberamente a seconda dei propri piani alimentari. I ricercatori hanno controllato l’evoluzione della dieta a 12, 24 e 36 mesi.
Contrariamente alle aspettative, entrambi i gruppi hanno sviluppato abitudini alimentari simili. Con la crescita, tutti i bambini hanno aumentato il consumo di cibi più vari e calorici, indipendentemente dall’esposizione iniziale al dolce.
L’analisi ha rilevato che l’esposizione precoce al dolce non ha influenzato le preferenze alimentari successive. A 12 mesi, il 61% dell’apporto energetico proveniva da cibi neutri, percentuale scesa al 44% a 36 mesi, con un aumento del consumo di cibi più calorici come dolci-grassi (+9%), grassi-salati (+5%) e grassi (+4%). Tuttavia, queste variazioni sono state simili nei due gruppi.
Gli esperti sottolineano come altri fattori ambientali come la disponibilità di cibo e le abitudini familiari, influiscano maggiormente nella formazione delle preferenze alimentari rispetto all’esposizione precoce a gusti specifici.