Attualità
Alimentazione
13/02/2025

Abitudini alimentari, escludere il “takeaway” non basta per cambiare le scelte dei giovani

L’accessibilità gioca un ruolo significativo nelle scelte alimentari, un ambiente che favorisce l’accesso facile ed economico a cibi non salutari tende a portare a diete malsane

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Un recente studio pubblicato su Social Science & Medicine ha indagato la conoscenza e le opinioni dei giovani riguardo alle “operating management zones”, ovvero quelle aree di esclusione che impediscono ai takeaway di operare nelle immediate vicinanze di scuole e istituzioni educative in Inghilterra.

L’accessibilità gioca un ruolo significativo nelle scelte alimentari: come evidenziato dall’OMS, un ambiente che favorisce l’accesso facile ed economico a cibi non salutari tende a portare a diete malsane. Per questo motivo, una tendenza crescente nella strategia di sanità pubblica è l’impiego di “interventi ambientali”, che mirano a limitare la diffusione di takeaway che servono fast food non salutari, per contrastare l’incremento allarmante dell’obesità e delle sue comorbidità.

Lo studio

Per affrontare questi trend negativi e i loro effetti sulla salute dei giovani, numerose autorità locali hanno sviluppato e implementato politiche di pianificazione per i takeaway, la maggior parte delle quali prevede l’applicazione di “zone di esclusione dei takeaway” che limitano o negano l’apertura di nuovi esercizi di fast food nelle vicinanze (400m-800m) di scuole e istituzioni educative. Purtroppo, la maggior parte di queste politiche è stata elaborata senza il contributo degli stakeholder (i giovani), le cui opinioni e percezioni in merito restano in gran parte sconosciute.

Molti partecipanti hanno percepito i takeaway locali come parte integrante della cultura scolastica, instaurando forti rapporti con il personale e vedendo questi esercizi come spazi sociali fondamentali.

I risultati hanno rivelato che, sebbene i giovani in generale fossero favorevoli all’istituzione di queste zone di gestione, la maggior parte non era a conoscenza di tali politiche prima delle interviste. Gli studenti hanno osservato che, mentre queste zone impediscono l’apertura di nuovi takeaway, non portano alla chiusura degli esercizi esistenti né affrontano il ruolo dei minimarket e bevande non salutari prima e dopo la scuola.

Lo studio, intitolato “It does help, but there's a limit... Young people's perspectives on policies to manage hot food takeaways opening near schools”, evidenzia molte lacune nelle attuali politiche alimentari e suggeriscono che gli interventi debbano essere ampliati oltre i soli takeaway, includendo cambiamenti più ampi nell’ambiente alimentare, come il miglioramento delle opzioni offerte nelle scuole e la regolamentazione della vendita di cibi poco salutari nei minimarket.

La necessità di politiche più salutari

Sebbene i giovani concordino sull’urgenza di avere opzioni alimentari più salutari, ritengono che le attuali politiche siano carenti, poiché non riescono a limitare l’accesso al cibo fast e caldo, sia tramite esercizi già esistenti sia attraverso i minimarket e le app di consegna.
I giovani hanno suggerito che l’impatto delle zone di gestione potrebbe essere rafforzato migliorando l’accessibilità e l’attrattività dei pasti scolastici, regolamentando la vendita di snack nei minimarket e limitando l’accesso delle app di consegna ai locali scolastici.
Pur non proponendo soluzioni politiche specifiche, lo studio sottolinea l’importanza di integrare le esperienze e le opinioni dei giovani nella progettazione di interventi volti a migliorare le abitudini alimentari, per allinearle maggiormente agli obiettivi di sanità pubblica.


Matteo Vian

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