Un recente studio pubblicato su Social Science & Medicine ha indagato la conoscenza e le opinioni dei giovani riguardo alle “operating management zones”, ovvero quelle aree di esclusione che impediscono ai takeaway di operare nelle immediate vicinanze di scuole e istituzioni educative in Inghilterra.
L’accessibilità gioca un ruolo significativo nelle scelte alimentari: come evidenziato dall’OMS, un ambiente che favorisce l’accesso facile ed economico a cibi non salutari tende a portare a diete malsane. Per questo motivo, una tendenza crescente nella strategia di sanità pubblica è l’impiego di “interventi ambientali”, che mirano a limitare la diffusione di takeaway che servono fast food non salutari, per contrastare l’incremento allarmante dell’obesità e delle sue comorbidità.
Molti partecipanti hanno percepito i takeaway locali come parte integrante della cultura scolastica, instaurando forti rapporti con il personale e vedendo questi esercizi come spazi sociali fondamentali.
I risultati hanno rivelato che, sebbene i giovani in generale fossero favorevoli all’istituzione di queste zone di gestione, la maggior parte non era a conoscenza di tali politiche prima delle interviste. Gli studenti hanno osservato che, mentre queste zone impediscono l’apertura di nuovi takeaway, non portano alla chiusura degli esercizi esistenti né affrontano il ruolo dei minimarket e bevande non salutari prima e dopo la scuola.
Lo studio, intitolato “It does help, but there's a limit... Young people's perspectives on policies to manage hot food takeaways opening near schools”, evidenzia molte lacune nelle attuali politiche alimentari e suggeriscono che gli interventi debbano essere ampliati oltre i soli takeaway, includendo cambiamenti più ampi nell’ambiente alimentare, come il miglioramento delle opzioni offerte nelle scuole e la regolamentazione della vendita di cibi poco salutari nei minimarket.
Matteo Vian