In Italia, in media, 1 bambino su 50 è allergico a uno o più alimenti e, nel 16% dei casi, in forma grave. Proprio per questa categoria di piccoli allergici all'ospedale pediatrico Bambino Gesù è stato introdotto un innovativo test di attivazione dei basofili (BAT test), che permette di simulare in laboratorio le reazioni allergiche senza esporre il paziente a rischi.
L’analisi consentirà di effettuare diagnosi sicure e sempre più accurate per gli oltre 5.000 bambini e ragazzi seguiti ogni anno dal team di allergologi dell'Ospedale. "Una diagnosi tempestiva e la presa in carico specialistica possono fare la differenza nella gestione efficace della malattia allergica - sottolinea il prof. Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia del Bambino Gesù - riducendo il rischio di complicanze gravi e migliorando la qualità della vita di bambini e famiglie".
Il test si effettua 'in vitro', cioè in provetta, su un campione di sangue, simulando un test di scatenamento 'in vivo'. La sua funzione è quella di isolare le cellule della risposta allergica mettendole a contatto con l'allergene e incubarle: se il bambino è allergico sulla superficie di queste cellule compaiono delle molecole che possono essere rilevate e contate.
Il BAT test, che fornisce informazioni cruciali sulla potenziale gravità della risposta dell'organismo a un alimento, integra gli strumenti oggi disponibili al Bambino Gesù per valutare la presenza di un'allergia alimentare: i test cutanei (prick test), il dosaggio delle IgE nel sangue, ovvero gli anticorpi specifici che innescano la reazione allergica e il test di provocazione orale che consiste nella somministrazione di allergeni sotto la supervisione del medico, oggi considerato il gold standard per la diagnosi di allergie alimentari.
"Grazie a questo nuovo, importante strumento diagnostico - conclude Fiocchi - possiamo definire con maggiore precisione il profilo di rischio di ciascun bambino e individuare la strategia terapeutica più adeguata, che oggi include l'evitare gli alimenti a cui si è allergici, la desensibilizzazione orale ovvero l'introduzione pilotata dell'alimento, tramite specifici preparati, per innalzare la soglia di tolleranza e, in alcuni casi selezionati, terapie avanzate come il farmaco Omalizumab che mantiene innocue le IgE circolanti nell'organismo. Al Bambino Gesù la ricerca continua e siamo pronti a sperimentare nuove soluzioni terapeutiche, come l'immunoterapia epicutanea, che potrebbe rivoluzionare la gestione delle allergie alimentari nei prossimi anni".