I legumi sono una fonte importante di proteine vegetali, fibre e micronutrienti, ma in Italia il loro consumo resta inferiore alle raccomandazioni nutrizionali. A evidenziarlo è l’Istituto superiore di sanità (Iss) in occasione della Giornata mondiale dei legumi, celebrata il 10 febbraio su iniziativa delle Nazioni Unite. Secondo i dati del progetto Arianna, condotto su un campione di 3.732 persone, meno della metà rispetta la frequenza di consumo consigliata dalle Linee guida per una sana alimentazione, pari a due-tre porzioni a settimana.
In Italia, il 62,7% degli intervistati del progetto Arianna dichiara di consumare almeno due porzioni settimanali, ma analisi più approfondite indicano che meno della metà raggiunge la frequenza raccomandata. I dati rivelano inoltre che gli uomini, le persone con più di 40 anni e chi ha un reddito annuo superiore a 50mila euro tendono a consumare meno legumi. Al contrario, il consumo è maggiore nel Sud Italia e tra le persone fisicamente attive.
«Aumentare il consumo di legumi e ridurre quello di carne rappresenta un passo essenziale per tutelare la salute dell’uomo e del pianeta», ha sottolineato Cardamone. Oltre ai benefici nutrizionali, questi alimenti migliorano la fertilità del suolo e riducono la necessità di fertilizzanti chimici, limitando l’impatto ambientale della produzione agricola.