Una recente review, pubblicata sulla rivista Nutrients dall’Università di Palermo, ha riassunto gli effetti positivi della dieta mediterranea nella prevenzione e gestione della sindrome metabolica e conseguenze sul rischio cardiometabolico, con uno sguardo anche all’evoluzione di questo stile alimentare nel tempo.
La sindrome metabolica è un insieme di fattori di rischio che aumentano il rischio di malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2. Con il crescere della sua prevalenza, interventi dietetici efficaci sono essenziali per ridurre questi rischi per la salute. La dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, noci e olio d'oliva e moderata nel pesce e nel pollame, si è dimostrata promettente nell'affrontare la sindrome metabolica e i suoi componenti associati.
La ricerca ha dimostrato che l'aderenza a una dieta in stile mediterraneo può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, cancro, morbo di Alzheimer, Parkinson e mortalità correlata. Inoltre, ulteriori studi hanno indicato che una maggiore aderenza a questa dieta può aiutare le placche aterosclerotiche carotidee e fornire protezione contro gli eventi cardiovascolari avversi maggiori (MACE) cerebrovascolari.
Alla luce di queste evidenze, lo scopo di questa revisione era quello di riassumere la letteratura disponibile riguardante la dieta mediterranea e la sindrome metabolica, nonché gli effetti positivi dell'aderenza alla dieta mediterranea sul profilo di rischio cardiometabolico.
Più che una dieta, la dieta mediterranea rispecchia lo stile alimentare e di vita dei paesi mediterranei. Questa dieta è tipica di quelle regioni mediterranee dove la coltivazione dell'olivo è diffusa e l'olio d'oliva è, quindi, la fonte primaria di grassi nella dieta.
Tuttavia, le variazioni della dieta mediterranea nei diversi paesi mediterranei, come il clima, la posizione geografica, la cultura, i fattori socioeconomici, le credenze religiose e gli eventi storici, hanno influenzato la dieta. Ad esempio, il vino è fondamentale nei paesi del Mediterraneo settentrionale (Spagna, Francia e Italia) ma è assente nei paesi arabi musulmani. Anche il consumo di carne varia: gli arabi consumano pollame e ovini, mentre i paesi europei preferiscono la carne rossa. La pasta è presente soprattutto in Italia, mentre in altre zone prevalgono altri cereali.
Nella "dieta mediterranea sana", gli elementi più rappresentati sono i cereali, i legumi, il pesce, la frutta fresca, la frutta secca (soprattutto le noci perché ricche di acidi grassi omega-3), le verdure, le piante selvatiche, il vino come bevanda alcolica opzionale e l'olio d'oliva come elemento centrale.
La globalizzazione e l’aumento delle tecnologie stanno cambiando drasticamente “la Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento”, aumentando le quantità di alcool, riducendo cereali integrali ed aumentando l’apporto di carne e prodotti lavorati. Tutto ciò rende necessari interventi per preservarla e rendere centrali i concetti di individualità genetica, i principi di moderazione, varietà, proporzionalità e bilanciamento energetico.
La dieta mediterranea è anche ricca di acidi grassi benefici, in particolare acidi grassi n-9 e n-3, a causa del consumo frequente di olio d'oliva e dell'assunzione moderata di pesce. Gli acidi grassi omega-9, in particolare l'acido oleico, mostrano effetti antiossidanti e antinfiammatori che migliorano la funzione delle cellule beta pancreatiche, la sensibilità all'insulina e la funzione endoteliale. L'acido oleico modula anche la funzione ipotalamica, riduce la secrezione di grelina e inibisce l'aggregazione piastrinica. Inoltre, riduce i livelli plasmatici di LDL aumentando le concentrazioni di HDL. Inoltre, gli effetti combinati dell'acido oleico e dei polifenoli nell'olio d'oliva regolano la pressione sanguigna inibendo la via dell'ACE. Gli acidi grassi omega-3 contribuiscono ulteriormente ad affrontare i criteri della sindrome metabolica.
La fibra alimentare, sia solubile che insolubile, presente nei creali integrali ideali in una dieta mediterranea, fornisce anche notevoli benefici per la gestione della sindrome metabolica. La fibra solubile aumenta la viscosità intraluminale, rallentando lo svuotamento gastrico e l'assorbimento dei macronutrienti, aiutando così nella gestione del peso e nel controllo dei livelli di glucosio nel sangue postprandiale. Inoltre, la fibra solubile riduce il riassorbimento degli acidi biliari, costringendo il fegato a sintetizzare più acidi biliari utilizzando il colesterolo, abbassandone i livelli plasmatici.
La dieta mediterranea è inoltre ricca antiossidanti che migliorano la sensibilità e la secrezione di insulina, fondamentali per combattere la resistenza all'insulina e supportare la gestione del peso. Inoltre, aiutano a ridurre le citochine proinfiammatorie e le specie reattive dell'ossigeno, migliorando la funzione endoteliale e favorendo una generale salute cardiovascolare.
Infine, la dieta mediterranea è caratterizzata da un minor apporto di sostanze nocive, tra cui grassi saturi e trans, acido linoleico (n-6), colesterolo, carboidrati semplici, sodio, nitriti e nitrati, insieme a un ridotto consumo totale di grassi. Alla luce di questi vantaggi, la dieta mediterranea rappresenta una strategia promettente per ridurre l’obesità, il rischio di sindrome metabolica e promuovere la longevità.
L'adozione di uno stile di vita sano e attivo insieme alla dieta mediterranea, incentrata su cibi semplici e genuini, nel contesto di una vita sempre più “comoda”, è molto promettente e può contribuire ad aumentare l'aspettativa di vita della popolazione e a ridurre i costi della sanità pubblica.
Matteo Vian