"La malnutrizione è la prima grave conseguenza delle malattie neurodegenerative come la demenza o l'Alzheimer. Colpisce pressoché tutti i pazienti, in Italia poco meno di 2 milioni", destinati a "triplicarsi nei prossimi 30 anni" come in tutti i Paesi occidentali, "in funzione dell'assetto demografico che al 2051 conterà 280 anziani ogni 100 giovani". Per far fronte ai loro problemi di alimentazione "il logopedista è una figura chiave, ma mancano centri specializzati di supporto", nonché "programmi e personale" ad hoc. La Federazione logopedisti italiani (Fli) ha lanciato l'allarme in occasione del XVII convegno “I Centri per i disturbi cognitivi e le demenze nella gestione integrata della demenza”, che si è chiuso a Roma all'Istituto superiore di sanità.
"Servono strategie e sinergie, come l'istituzionalizzazione di centri altamente specializzati, la definizione di programmi di presa in carico e Pdta (Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali) più strutturati, interventi mirati al momento del pasto che rappresenta una delle maggiori criticità per la persona con demenza e il suo caregiver, cui i logopedisti possono offrire un importante supporto - spiega la presidente Fli, Tiziana Rossetto - Serve quindi un patto di alleanza globale ospedale-territorio e medico-paziente per arginare questo fenomeno. Per questo il lavoro di Fli a sostegno della professione sul profilo culturale e scientifico prosegue con la presenza e il contributo attivo in enti di riferimento per la salute nazionale, come l'Iss".
"Sebbene siano in corso numerosi progetti di ricerca per individuare terapie efficaci nella cura della demenza - sottolinea Federica Lucia Galli, logopedista Fli del gruppo sui disturbi neurocognitivi - è necessario definire percorsi assistenziali di gestione integrata della malattia, cui il logopedista può dare un importante supporto nella gestione degli aspetti comunicativi, cognitivi e deglutitori, principale causa di malnutrizione".
"Il decadimento cognitivo, fisico e motorio nelle persone con disturbo neurocognitivo maggiore (Dnc-M) può impattare significativamente sul momento del pasto, richiedendo un'adeguata assistenza", ammoniscono i logopedisti della Fli.
"Vi è evidenza che interventi assistenziali, educativi, rivolti a personale sanitario, infermieristico e caregiver, e ambientali sono fondamentali - rimarca Galli - Così come lo sono le modalità di presentazione dei cibo, utili per migliorare la qualità del momento del pasto e aumentare la quantità di cibo assunto dal paziente. In funzione degli effettivi benefici osservati da questi interventi integrati, è fondamentale sviluppare programmi di gestione del pasto e strategie assistenziali per contenere le complicanze, favorire percorsi nelle strutture residenziali e migliorare l'esperienza del pasto nelle persone con declino cognitivo".
"L'intervento del logopedista nei disturbi comunicativi, cognitivi e deglutitori in tale popolazione è essenziale - conclude Rossetto - e richiede competenze di alta specialità nei differenti quadri clinici di demenza. La gestione della complessità assistenziale in team multidisciplinare rappresenta inoltre un ulteriore valorizzazione della figura professionale del logopedista".