Clinica
Nutrizione
18/11/2024

L’impatto degli alimenti ultra-processati sull’invecchiamento biologico

Esiste un legame preoccupante tra il consumo elevato di alimenti ultra-processati e l'accelerazione dell'invecchiamento biologico, indipendente dalla dieta

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Un recente studio condotto dall’Unità di Ricerca di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli, in collaborazione con l’Università LUM di Casamassima, ha rivelato un legame preoccupante tra il consumo elevato di alimenti ultra-processati (UPF) e l'accelerazione dell'invecchiamento biologico, indipendentemente dalla qualità nutrizionale della dieta.

I risultati, pubblicati su The American Journal of Clinical Nutrition, offrono un nuovo punto di vista su come il livello di lavorazione dei cibi incida sulla salute.

I risultati della ricerca

Per alimenti ultra-processati vengono classificati tutti quei cibi realizzati con ingredienti che raramente vengono utilizzati in cucina, come proteine idrolizzate, maltodestrine e grassi idrogenati. A questi si aggiungono numerosi additivi per migliorarne sapore, colore e conservabilità. Questo gruppo include non solo snack confezionati e bevande zuccherate, ma anche pane industriale, yogurt alla frutta e zuppe pronte.

L’indagine ha coinvolto oltre 22.000 partecipanti del Progetto Moli-sani e si è basata su oltre trenta biomarcatori ematici per misurare l’età biologica, che riflette le condizioni reali del corpo e può differire dall’età cronologica. Attraverso un questionario alimentare, i ricercatori hanno stimato l’assunzione di UPF. Lo studio ha evidenziato che chi ha un consumo regolare di questi cibi tende ad avere un’età biologica più avanzata rispetto alla propria età cronologica.
L'accelerazione dell'invecchiamento biologico è associata a un aumentato rischio di sviluppare numerose malattie croniche, come malattie cardiovascolari, diabete e alcuni tipi di tumore.

L'età biologica non corrisponde sempre a quella anagrafica. È un indicatore dello stato di salute del nostro organismo, influenzato da fattori genetici e ambientali, tra cui l'alimentazione. Lo studio ha dimostrato che un elevato consumo di alimenti ultra-processati è associato a un invecchiamento biologico accelerato, rendendo le persone, a livello cellulare e tissutale, più vecchie della loro età anagrafica.

Perché gli alimenti ultra-processati fanno invecchiare più velocemente?

Secondo i ricercatori, i meccanismi alla base di questo fenomeno sono complessi e non ancora del tutto compresi. Si ipotizza che l'eccessiva lavorazione industriale alteri la matrice alimentare, impoverendola di nutrienti essenziali e favorendo l'insorgenza di processi infiammatori cronici. Inoltre, l'elevato contenuto di zuccheri, grassi saturi e sale, tipico di questi prodotti, può danneggiare organi e tessuti, accelerando l'invecchiamento cellulare.

Le raccomandazioni degli esperti

“I nostri dati – afferma la ricercatrice Beatrice Esposito, prima autrice dello studio – indicano che il consumo elevato di UPF non solo influisce negativamente sulla salute in generale, ma può anche accelerare l’invecchiamento biologico, suggerendo che l’impatto vada oltre la qualità nutrizionale bassa di questi alimenti.”

La ricercatrice Marialaura Bonaccio, responsabile degli studi su alimentazione e salute dell’IRCCS Neuromed, aggiunge che i danni alla salute causati dagli UPF non sono del tutto chiari, ma possono derivare da una serie di fattori. “Gli alimenti ultra-processati, oltre ad essere poveri di nutrienti e fibre, subiscono intense lavorazioni industriali che ne alterano la struttura originaria, compromettendo funzioni fisiologiche come il metabolismo del glucosio e l’equilibrio del microbiota intestinale. Inoltre, spesso vengono confezionati in plastica, che può trasferire sostanze tossiche ai cibi stessi”.

Licia Iacoviello, direttrice dell’Unità di Ricerca di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed, sottolinea la necessità di ripensare le raccomandazioni alimentari, considerando non solo la qualità nutrizionale, ma anche il grado di lavorazione degli alimenti. “Anche alimenti apparentemente ‘sani’ – commenta – possono subire lavorazioni che ne alterano le caratteristiche, riducendo il loro valore per la salute”.

Il contributo dello studio Moli-sani

Lo studio Moli-sani, avviato nel 2005 e basato presso l’IRCCS Neuromed, ha coinvolto circa 25.000 cittadini molisani con l’obiettivo di indagare i fattori genetici e ambientali legati alle malattie cardiovascolari e ai tumori. Questo progetto ha trasformato il Molise in un vero laboratorio scientifico, offrendo conoscenze preziose per migliorare la salute pubblica.

Cosa possiamo fare?

Per rallentare l'invecchiamento biologico e preservare la nostra salute, è fondamentale ridurre il consumo di alimenti ultra-processati e privilegiare cibi freschi, di stagione e poco lavorati. Una dieta varia ed equilibrata, ricca di frutta, verdura, legumi e cereali integrali, è la migliore assicurazione per un invecchiamento sano e attivo.

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