Ventidue pesticidi sono collegati all'incidenza del cancro alla prostata, di cui quattro (tre erbicidi e un insetticida) risultano associati anche alla mortalità. A dimostrare il link è uno studio Usa pubblicato su 'Cancer', rivista dell'American Cancer Society. Se per tre delle sostanze individuate dagli autori il legame con il carcinoma prostatico era già noto (tra questi c'è il 2,4-D, fra i pesticidi più usati negli States), gli altri 19 non erano mai stati collegati prima alla neoplasia maschile. Tra i nuovi ingressi nella lista del rischio anche 10 erbicidi, diversi fungicidi e insetticidi, e un fumigante.
"Questa ricerca dimostra l'importanza di studiare le esposizioni ambientali, come l'uso di pesticidi, per cercare di spiegare alcune delle variazioni geografiche che osserviamo nell'incidenza e nei decessi per cancro alla prostata negli Usa - afferma Simon John Christoph Soerensen della Stanford University School of Medicine, autore principale del lavoro - Basandoci su queste scoperte, possiamo far progredire i nostri sforzi per individuare i fattori di rischio per il cancro alla prostata e lavorare per ridurre il numero di uomini colpiti da questa malattia".
Complessivamente i ricercatori hanno preso in considerazione 295 pesticidi, valutandone l'associazione con il cancro della prostata nelle contee statunitensi. Poiché la maggior parte dei tumori prostatici ha una crescita lenta, gli scienziati hanno considerato un periodo di 10-18 anni tra esposizione ambientale e insorgenza di malattia. In particolare, hanno esaminato gli anni 1997-2001 e 2002-2006 per l'impiego di pesticidi, e gli anni 2011-2015 e 2016-2020 per l'incidenza di neoplasie della prostata e la mortalità.
Hanno così identificato 22 pesticidi (di cui appunto 19 mai precedentemente messi sotto accusa) che in entrambe le analisi temporali mostravano associazioni dirette con il tumore prostatico. Per 4 sostanze hanno osservato un link anche con la mortalità per la neoplasia: gli erbicidi trifluralin, cloransulam metile e diflufenzopir, e l'insetticida thiamethoxam. Di questi composti - rimarcano gli autori - soltanto il trifluralin è classificato dall'Environmental Protection Agency come "possibile cancerogeno per l'uomo", mentre gli altri 3 sono ritenuti "non probabili cancerogeni" o con evidenze di "non cancerogenicità".