Attualità
Acqua
17/07/2024

Iss: bere acqua del rubinetto è sicuro. Ecco i 7 falsi miti

Dai calcoli renali alla necessità di purificarla, sono molte le fake news che causano pregiudizi sull’acqua del rubinetto. L’Iss ha redatto un documento con 7 falsi miti

acuq rubinetto

Dai calcoli renali alla necessità di purificarla, sono molte le fake news che causano molti pregiudizi sull’acqua del rubinetto. Un 'prodotto' che, invece, viene promosso a pieni voti dal primo rapporto elaborato dal Centro nazionale per la sicurezza delle acque (Censia) dell'Istituto superiore di sanità, presentato oggi, che ha esaminato i risultati di oltre 2,5 milioni di analisi chimiche, chimico-fisiche e microbiologiche condotte in 18 regioni e province autonome, corrispondenti a oltre il 70% della popolazione italiana, tra il 2020 e il 2022.

L’Istituto superiore di Sanità ha redatto un documento con 7 falsi miti più diffusi relativi all’acqua del rubinetto. Ecco le false credenze più diffuse:

1) "L'acqua potabile per essere 'buona' deve essere priva di ogni sostanza chimica". Falso. È vero il contrario, anzi: l'acqua contiene molte sostanze chimiche vantaggiose per la salute ed eliminarle non rappresenta un beneficio, ma un potenziale 'danno'. Rimuovere tutte le sostanze naturalmente presenti nell'acqua per esempio il boro, il selenio, il fluoro, il cromo, il rame o il calcio, il magnesio, lo iodio, il potassio provocherebbe infatti la riduzione di apporto di elementi essenziali per la salute degli esseri umani, modificazioni del gusto e danni alle reti idriche. La normativa garantisce comunque che le sostanze chimiche potenzialmente dannose non superino i livelli che potrebbero comportare un rischio. Utilizzare l'acqua del rubinetto è conveniente per le nostre tasche e una abitudine sostenibile, perché permette di ridurre l'uso di enormi quantità di plastica e di limitare l'inquinamento dovuto a trasporto, distribuzione e smaltimento delle bottiglie.
2) "L'acqua del rubinetto fa venire i calcoli". È una convinzione diffusa, ma falsa. E questo vale anche per le acque ricche di sali di calcio e magnesio. Il consiglio di utilizzare acque leggere o oligominerali al posto dell'acqua del rubinetto per evitare la calcolosi renale non è giustificato da evidenze scientifiche. La formazione dei calcoli dipende in molti casi da una predisposizione individuale oppure familiare. Il calcio è essenziale per la nostra salute e ne va ridotta l'assunzione se è un medico a prescriverlo.
3) "L'acqua del rubinetto non è sicura". Bere acqua del rubinetto (di casa o dei chioschi o punti di distribuzione) è sicuro per la salute come lo è bere acqua minerale naturale, perché in tutti casi l'assenza di rischi per i consumatori è garantita dai controlli previsti dalla normativa. La differenza tra acque potabili e minerali naturali sta nel fatto che l'acqua potabile è un diritto universale degli esseri umani e le sue caratteristiche chimiche (durezza, pH, presenza di sali minerali) e organolettiche (odore e sapore) possono anche cambiare nel tempo in funzione delle fonti di prelievo e dei possibili trattamenti, ferma restando la garanzia degli standard di sicurezza. Le acque minerali naturali sono invece beni di consumo liberamente immessi sul mercato e scelti dal consumatore, e rispondono a standard qualitativi che, oltre a garantirne la sicurezza in termini di salute, assicurano che la qualità e le caratteristiche delle acque imbottigliate siano le stesse delle acque all'origine, prelevate da fonti sotterranee riconosciute.
4) "Non possiamo sapere davvero quali sono le caratteristiche dell'acqua di casa". Possiamo, invece: è bene sapere che sul sito del proprio gestore idro-potabile sono già forniti i dati sulle caratteristiche delle acque e i risultati dei controlli. Sulla base delle nuove normative emanate dal ministero della Salute, i cittadini entro 2 anni potranno reperire molte altre informazioni sulle caratteristiche chimico-fisiche delle acque distribuite nelle aree di loro interesse, piani di sicurezza dell'acqua, controlli da parte dei gestori idro-potabili e delle Asl, in una piattaforma nazionale denominata Anagrafe territoriale dinamica delle acque potabili (Antea), in corso di costruzione.
5) "Per rendere sicura l'acqua del rubinetto va installato in casa un apparecchio di trattamento". Falso. Le acque distribuite in Italia sono di qualità̀ adeguata al nostro consumo e non necessitano di altri trattamenti per renderle potabili o per evitare rischi per la salute. L'unico scopo degli apparecchi di trattamento dell'acqua in commercio, conformi alle specifiche normative, è modificare le caratteristiche organolettiche delle acque, cioè, rendere più gradevole il sapore e l'odore dell'acqua del rubinetto, o frizzante. In caso, per specifiche circostanze, si verificasse un evento per cui fossero necessarie restrizioni d'uso delle acque, la legislazione prevede che i cittadini ne vengano tempestivamente informati. Inoltre, il gestore e le autorità̀ sono tenuti a ripristinare prontamente la qualità̀ delle acque e nel frattempo a fornire ai consumatori interessati quantità̀ adeguate di acque idonee al consumo umano con approvvigionamenti alternativi (per esempio autobotti).
6) "Al ristorante può essere servita acqua minerale naturale in caraffa". Falso. Negli esercizi pubblici l'acqua minerale naturale, liscia o gassata, va servita nella sua bottiglia chiusa e con la sua etichetta secondo la specifica normativa. Nel caso invece venisse fornita acqua potabile in caraffa sottoposta a trattamenti, va riportata chiaramente sul contenitore la dicitura "acqua potabile trattata o acqua potabile trattata e gassata" se addizionata di anidride carbonica.
7) "Al ristorante è meglio evitare di chiedere acqua del rubinetto". Falso. Non c'è ragione per non farlo, se non quella di una scelta personale. Anzi. Il decreto legislativo n. 18 del 23 febbraio 2023 chiede alle Regioni e alle Province di promuovere l'uso dell'acqua di rubinetto, anche "incoraggiando o incentivando la messa a disposizione di acqua potabile a titolo gratuito ai clienti di ristoranti, mense e servizi di ristorazione".

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