Microcitoma, diagnosi e trattamento
Microcitoma, diagnosi e trattamento
05/06/2024

Microcitoma: l’importanza del team multidisciplinare

Science Clinic Life Collaboration è un progetto per mappare la presa in carico del paziente con microcitoma

microcitoma

Uno dei quattro workshop tematici all’interno del progetto Science Clinic Life Collaboration dedicato alla diagnosi e al trattamento del microcitoma, tratta il tema complesso e importante dell’importanza del team multidisciplinare per la presa in carico del paziente. Il microcitoma è un tumore difficile per quanto riguarda le caratteristiche cliniche e il tasso di sopravvivenza, per questo la velocità con cui viene diagnosticato e quindi stabilito un percorso terapeutico condiviso è uno dei nodi focali del percorso.

A livello di trattamento, inoltre, se per decenni la chemioterapia è stata lo standard di cura di prima linea, è importante considerare che i recenti progressi scientifici e gli avanzamenti nella ricerca hanno aperto la strada a una nuova possibilità terapeutica: l’immunoterapia antitumorale.

A oggi, è importante quindi condividere unmet needs, esigenze, cambi di paradigma e nuove prospettive legate al microcitoma e al patient journery.

L'Importanza dell'Approccio Multidisciplinare
Il workshop dedicato all’approccio multidisciplinare ha permesso di eviscerare due macro-tematiche: gli aspetti organizzativi – sia in termini di gestione, flusso e tempistiche – e i ruoli medico-specialistici necessari per la presa in carico di un paziente con microcitoma.

Per prima cosa, è importante ricordare che nel caso del microcitoma, come affermato da Lorenza Landi, Responsabile dell'UOSD Sperimentazioni cliniche l'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, “ottenere una stadiazione di malattia completa nel più breve tempo possibile è il goal per definire rapidamente la finalità di trattamento e quindi il successivo percorso terapeutico”. Tramite il team multidisciplinare si indirizza il paziente al percorso terapeutico più appropriato: curativo o per aumentare il tempo di sopravvivenza e la qualità di vita in quel tempo.

A livello organizzativo, il team multidisciplinare permette una condivisione delle scelte strategiche e terapeutiche, ma solo se il flusso di lavoro e la struttura ospedaliera lo consentono. Andrea Filippi, specialista in Radioterapia Oncologica e Direttore della Radioterapia dell'Istituto Nazionale dei Tumori a Milano afferma: “le competenze in oncologia a oggi sono variegate ed è importante poterle integrare, soprattutto nella diagnosi e nel trattamento del microcitoma. Il vantaggio di avere un team multidisciplinare è quello di permettere una presa in carico condivisa del paziente in modo da programmare in concerto con tutto il team una strategia di trattamento tempestiva”. L’istituzione di una Lung Unit che abbia al suo interno tutte le specialità necessarie per le patologie legate al polmone è un passo auspicabile per permettere l’aumento della sopravvivenza dei pazienti.

Quali sono gli attori e quindi i ruoli necessari per la diagnosi e il trattamento dei pazienti con microcitoma? Secondo la dottoressa Landi, “dovrebbero far parte del team multidisciplinare lo pneumologo interventista, il radiologo interventista, chirurghi, oncologi, radioterapisti, il patologo molecolare e i colleghi delle cure palliative, dove per cura palliativa intendiamo qualcosa che protegge, non una sconfitta”.

Il “medico palliativista”
Solitamente, le cure palliative palliative all’interno dell’ospedale sono scarsamente sviluppate. Per questo si suggerisce di incentivare, all’interno degli ospedali, sia l’ampliamento del ruolo dei palliativisti sia la presenza di posti letto dedicati per sottoporre i pazienti a tali cure attraverso l’intervento di personale dedicato.

Sebastiano Mercadante, specialista in anestesia e rianimazione e professore in terapia del dolore all’Università di Palermo commenta: “Il medico esperto del dolore – palliativista non è il termine più corretto -, predispone le cure di supporto in collaborazione con l’oncologo già durante il trattamento quindi in ogni fase della malattia e non soltanto nella fase terminale. Le cure palliative vanno considerate come cure simultanee precoci e per questo è importante intercettare i pazienti già durante la diagnosi”

L’accesso tramite pronto soccorso
Anche il primo accesso in Pronto Soccorso deve essere monitorato con attenzione: “il primo accesso in PS è ancora una criticità in una patologia complessa con ostacoli legati alle caratteristiche cliniche e biologiche del microcitoma stesso”, commenta Landi, “I pazienti vengono indirizzati senza trattamento al medico curante o a strutture non specialistiche perché si parte dal presupposto che la prognosi sia determinata e infausta quando invece è possibile passare da un performance status non ottimale a una accettabile tramite trattamento di prima linea o combinato”.

Infine, è importante non considerare il microcitoma come un tumore polmonare con prognosi infausta: “non è una patologia per la quale dobbiamo deporre le armi prima di partire”, conclude Landi.


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