Nell’area cardiocircolatoria, il Programma nazionale esiti 2025 documenta un miglioramento degli esiti e della concentrazione dei casi rispetto agli anni precedenti. Nel 2024 i ricoveri per infarto miocardico acuto risultano ridotti del 21% rispetto all’anno precedente e circa il 90% dei casi viene trattato in strutture ad alto volume, in linea con le indicazioni di centralizzazione dei percorsi tempo-dipendenti.
Per gli infarti STEMI trattati con angioplastica coronarica (PTCA), la quota di procedure eseguite entro 90 minuti dall’accesso in ospedale raggiunge il 63%, superando la soglia del 60% prevista dal DM 70/2015 sugli standard dell’assistenza ospedaliera. Agenas segnala tuttavia una elevata variabilità regionale, con performance tendenzialmente peggiori nelle regioni del Sud.
Per il bypass aortocoronarico, il PNE descrive una frammentazione della casistica: solo 15 centri superano la soglia di 200 interventi l’anno (erano 23 nel 2015) e la quota di interventi concentrata in questi ospedali è scesa dal 41% al 29%. Nonostante il calo dei volumi nei centri di riferimento, il valore mediano della mortalità a 30 giorni è pari all’1,5%, ben al di sotto della soglia del 4% indicata come riferimento di qualità.
Anche per gli interventi sulle valvole cardiache la mortalità mediana a 30 giorni si attesta intorno al 2%, ma il rapporto evidenzia criticità specifiche in Calabria, Campania e Puglia. Nel complesso, nella macro-area cardiocircolatoria il 66,4% delle strutture raggiunge livelli di qualità alti o molto alti, il 23,2% valori medi e il 10,4% valori bassi o molto bassi, delineando un quadro di buona performance media con aree di forte disomogeneità territoriale.