Entro il 2030 una persona su sei nel mondo avrà più di 60 anni, e tra gli ultra70enni circa il 14% vive con un disturbo mentale, in particolare depressione o ansia. È quanto emerge dal nuovo aggiornamento dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dedicato alla salute mentale degli anziani.
Le condizioni psichiche negli adulti più anziani rappresentano il 6,8% degli anni vissuti con disabilità nella fascia over 70. L’Oms segnala che i disturbi mentali in questa popolazione sono spesso sottodiagnosticati e sottotrattati, aggravati da stigma e difficoltà di accesso ai servizi.
Tra i principali fattori di rischio figurano solitudine e isolamento sociale, che interessano circa un quarto degli anziani, e gli abusi, subiti da uno su sei, spesso da parte di caregiver o familiari. A questi si aggiungono malattie croniche, perdita del ruolo sociale, riduzione del reddito e forme di discriminazione legate all’età.
Per promuovere un invecchiamento in salute, l’Oms raccomanda strategie basate su prevenzione, inclusione e sostegno sociale, tra cui:
• programmi per ridurre l’isolamento e favorire le relazioni interpersonali;
• iniziative di supporto ai caregiver, con formazione e sollievo temporaneo;
• interventi contro l’ageismo e per la tutela dalle violenze;
• servizi territoriali di assistenza integrata e accesso precoce alle cure per depressione, ansia e demenza.
Nel quadro del Decennio dell’invecchiamento sano (2021–2030), l’Oms richiama i governi a rafforzare i sistemi di salute mentale per gli anziani e a garantire percorsi di cura accessibili e multidisciplinari.