Guardare la televisione per oltre quattro ore al giorno aumenta il rischio di deterioramento cognitivo e demenza. Lo evidenzia una revisione sistematica con meta-analisi pubblicata su
PLOS ONE, che ha incluso 35 studi con oltre 1,29 milioni di partecipanti.
La demenza è la settima causa di morte a livello globale e colpisce oggi 55 milioni di persone, destinate a diventare 139 milioni entro il 2050. La malattia di Alzheimer è la forma più comune, caratterizzata da declino progressivo della memoria e delle funzioni esecutive.
L’analisi dose-risposta ha mostrato che guardare più di quattro ore di TV al giorno è associato a un rischio più alto di compromissione cognitiva, mentre sei ore quotidiane si correlano a punteggi cognitivi significativamente inferiori. Uno degli studi inclusi ha anche indicato un legame con l’aumento del rischio di Alzheimer.
Secondo gli autori, la visione prolungata della televisione, indicatore di comportamento sedentario, contribuisce a fattori di rischio noti come obesità, diabete e malattie cardiovascolari, oltre a esiti psicosociali negativi (solitudine, depressione, bassa soddisfazione di vita). Evidenze di neuroimaging hanno inoltre collegato la visione eccessiva a una riduzione del volume cerebrale in aree coinvolte in memoria e linguaggio.
Gli esperti sottolineano che si tratta di risultati suggestivi ma non conclusivi e invitano a considerare la TV come un fattore di rischio modificabile, promuovendo attività alternative in grado di sostenere le funzioni cognitive negli adulti e negli anziani.
Matteo Vian