Per la prima volta a livello globale l’obesità nei bambini e adolescenti ha superato il sottopeso come forma più diffusa di malnutrizione. Lo evidenzia il nuovo rapporto “Feeding Profit: How Food Environments are Failing Children” diffuso dall’UNICEF, secondo cui oggi un ragazzo su dieci tra i 5 e i 19 anni – pari a 188 milioni – vive con obesità, esponendosi al rischio di malattie croniche e potenzialmente letali.
Dal 2000 al 2022 la prevalenza del sottopeso nei minori di questa fascia d’età è scesa dal 13% al 9,2%, mentre l’obesità è triplicata, passando dal 3% al 9,4%. Restano escluse dal sorpasso solo l’Africa subsahariana e l’Asia meridionale. Nei paesi ad alto reddito le percentuali restano elevate: 27% in Cile, 21% negli Stati Uniti e negli Emirati Arabi Uniti.
In Italia, secondo i dati citati dall’UNICEF Italia, la quota di bambini e adolescenti in sovrappeso è scesa dal 32% del 2000 al 27% del 2022, mentre l’obesità è rimasta stabile al 10%. I casi di sottopeso sono invece raddoppiati dall’1% al 2% nello stesso periodo.
“L’obesità è un problema crescente che può influire sulla salute e sullo sviluppo dei bambini”, afferma Catherine Russell, direttrice generale UNICEF. “Gli alimenti ultra-processati stanno sostituendo frutta, verdura e proteine proprio negli anni in cui la dieta è cruciale per la crescita, lo sviluppo cognitivo e la salute mentale”.
Il rapporto evidenzia come junk food e marketing digitale abbiano un ruolo determinante nei contesti alimentari, aumentando il rischio di patologie croniche in età adulta, tra cui diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e alcuni tumori. L’UNICEF invita i governi ad adottare misure urgenti: etichettatura chiara, restrizioni alla pubblicità, tasse sui prodotti ultra-processati e divieti nelle scuole, insieme a programmi di protezione sociale per facilitare l’accesso a diete nutrienti.