Un recente studio pubblicato su Gastroenterology ha valutato l’efficacia di un nuovo test del sangue, il WBAIL-2, per la diagnosi della celiachia. Il test misura il rilascio di interleuchina-2 (IL-2) da parte dei linfociti T CD4+ specifici per il glutine, offrendo un potenziale strumento diagnostico non invasivo.
Il test potrebbe offrire un’alternativa per aiutare nella diagnosi della celiachia, soprattutto una che non richiede l’innesco dei sintomi per confermare la malattia.
La celiachia è una malattia autoimmune che si attiva con l’assunzione di glutine. Per diagnosticare questa condizione, spesso è necessario che i pazienti tornino a mangiare glutine per alcune settimane e si sottopongano a una biopsia intestinale. Questo può essere scomodo e causare sintomi spiacevoli.
La celiachia coinvolge anche la risposta di un gruppo di cellule immunitarie, i linfociti T CD4+ specifici per il glutine. I ricercatori volevano determinare se l’utilizzo di un test del sangue che misura il rilascio di interleuchina-2 potesse aiutare a diagnosticare con precisione la celiachia.
Lo studio ha coinvolto 181 adulti (età 18–75 anni), di cui 88 con celiachia. I partecipanti sono stati sottoposti a una “gluten challenge” seguita dalla misurazione dell’IL-2 tramite il test WBAIL-2.
Tutti hanno fornito campioni di sangue, e i ricercatori hanno raccolto dati su farmaci e anamnesi.
Un sottoinsieme di partecipanti ha seguito una dieta priva di glutine per almeno quattro settimane, poi ha consumato glutine per un “gluten challenge” a dose singola. Alcuni hanno fatto anche una sfida orale al glutine di 3 giorni.
I ricercatori hanno usato il test WBAIL-2 per misurare il rilascio di interleuchina-2 dopo aggiunta di peptidi del glutine.
In generale, il test ha confermato la celiachia con alte concentrazioni di IL-2.
I risultati hanno mostrato che i pazienti celiaci presentavano aumenti significativi di IL-2 rispetto ai controlli, inclusi soggetti con sensibilità al glutine non celiaca e soggetti sani. I ricercatori riconoscono che l'analisi sierica dell'interleuchina-2 dopo un'esposizione al glutine non sempre coincide con i risultati del test WBAIL-2, il che potrebbe essere dovuto alle differenze tra i test.
Il test si è dimostrato efficace anche in pazienti già in dieta priva di glutine, condizione che normalmente limita la possibilità di diagnosi. Tuttavia, è emersa una sensibilità ridotta nel sottogruppo con genotipo HLA-DQ8 (circa il 10% dei celiaci).
Il WBAIL-2 assay potrebbe rappresentare uno strumento promettente e potenzialmente rivoluzionario nella diagnosi della celiachia, soprattutto in soggetti già in dieta priva di glutine. Tuttavia, non sostituisce attualmente la biopsia come standard diagnostico, e sono necessarie ulteriori validazioni su larga scala.
Nonostante limiti legati alla dimensione del campione, all’assenza di test in bambini e all’assenza di dati sulla riproducibilità tra laboratori, il test rappresenta una promettente aggiunta alle metodologie diagnostiche per la celiachia, potenzialmente riducendo la necessità di biopsie intestinali.