Prende il via oggi, in tutto il mondo, la Settimana dell’Immunizzazione 2025, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con lo slogan “L’immunizzazione per tutti è umanamente possibile”. Un’occasione per ribadire l’importanza della prevenzione e rilanciare l’attenzione sulle vaccinazioni, fondamentali per proteggere la salute a tutte le età, ma soprattutto nei primi mesi di vita. Secondo la Società Italiana di Neonatologia (SIN), per i neonati è cruciale adottare tutte le misure disponibili contro virus e batteri: dall’allattamento al seno, al lavaggio delle mani, dall’uso dei dispositivi di protezione individuale fino alla profilassi immunitaria, compresa la somministrazione di anticorpi monoclonali. Il latte materno, in particolare, è una risorsa preziosa non solo dal punto di vista nutrizionale, ma anche per la sua azione immunoprotettiva, soprattutto per i neonati prematuri o ricoverati in terapia intensiva.
Grande attenzione anche alla recente introduzione in Italia dell’anticorpo monoclonale contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv), che ha dimostrato una significativa efficacia nella riduzione dei casi di bronchiolite, una delle principali cause di ospedalizzazione nei primi mesi di vita. I primi dati parlano chiaro: in Lombardia i ricoveri si sono ridotti del 75%, passando da 2.350 a 600, mentre in Liguria si è registrato un calo dell’88% dei casi. Un successo che la SIN chiede di consolidare con l’inserimento dell’anticorpo monoclonale nel calendario vaccinale nazionale, per garantirne l’accesso equo a tutti i neonati. Ma le sfide non finiscono qui. In occasione della Settimana mondiale, anche la Società Italiana di Pediatria (SIP) lancia un appello: "I vaccini salvano sei vite ogni minuto nel mondo, eppure le coperture restano insufficienti in Italia, soprattutto tra adolescenti e donne in gravidanza", avverte il presidente Rino Agostiniani. A preoccupare è il ritorno del morbillo, con oltre 1.000 casi nel 2024 e già 227 nei primi mesi del 2025, in un Paese che è secondo solo alla Romania per incidenza in Europa. Il 90% dei colpiti non era vaccinato.
Anche le vaccinazioni raccomandate per gli adolescenti registrano percentuali allarmanti. Tra i sedicenni, ad esempio, solo il 57% ha ricevuto il richiamo contro il meningococco ACWY, mentre il vaccino contro il Papillomavirus umano (HPV), fondamentale per la prevenzione di numerosi tumori, raggiunge appena il 45% nelle ragazze e il 39% nei ragazzi nati nel 2011. "È ancora troppo diffusa l’idea che l’HPV riguardi solo le donne", sottolinea Agostiniani. "Ma vaccinare anche i maschi è cruciale per interrompere la trasmissione del virus". Infine, si guarda alla gravidanza come a un momento chiave per proteggere i neonati fin dal primo respiro. Le vaccinazioni raccomandate in questo periodo – contro pertosse, influenza, Covid-19 e RSV – sono fondamentali, ma ancora troppo poco diffuse. "Serve un’alleanza tra ginecologi, ostetriche, pediatri e medici di famiglia per superare dubbi e paure", afferma Rocco Russo, responsabile del Tavolo tecnico vaccinazioni della SIP. L’Italia ha gli strumenti per migliorare, ma è necessario un impegno congiunto e continuativo: più informazione, più fiducia, e una regia nazionale capace di rendere l’immunizzazione una realtà concreta e accessibile per tutti. La Settimana dell’Immunizzazione 2025 è un’occasione per ricordarlo con forza: proteggere i più piccoli è una responsabilità collettiva.