Professione medica
Vaccini
16/04/2025

Al via il tour AIOM sulle vaccinazioni. Focus su pazienti fragili e oncologici

Fondazione AIOM lancia la nuova edizione della campagna contro l’‘esitazione vaccinale’. Previsti incontri con oncologi, altri specialisti e malati. Presentate anche le nuove Linee Guida elaborate dalla Società Scientifica

vaccinazione copia

Tutti i pazienti oncologici, in quanto persone fragili, devono vaccinarsi per proteggersi da gravi malattie e complicanze; tuttavia, in Italia tra queste persone è molto diffusa l’“esitazione vaccinale” e quindi dubbi e perplessità sulle immunizzazioni. Infatti, fino al 36% dei malati è diffidente verso la vaccinazione anti-influenzale mentre il 38% è invece scettico verso anti-SARS-CoV-2. Un’ingiustificata diffidenza che i pazienti condividono con il resto della popolazione e infatti i dati sui tassi di copertura relativi alle vaccinazioni risultano ancora insufficienti tra gli over 65. Per favorire a 360 gradi l’importanza delle vaccinazioni nei malati oncologici Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) promuove una nuova edizione della campagna nazionale La Vaccinazione nel Paziente Oncologico. Attraverserà tutto il Paese ed è realizzata con un contributo non condizionante di GSK. Per il progetto sono previsti un ampliamento del portale vaccininelpazienteoncologico.it e un’importante campagna social sui profili istituzionali di Fondazione AIOM. Inoltre, partirà a breve un tour in 10 Regioni italiane in cui saranno organizzati incontri con il coinvolgimento di oncologi medici, associazioni pazienti ma anche altre figure del team multidisciplinare oncologico. Gli incontri avranno l’obiettivo di approfondire l’importanza della vaccinazione nei pazienti fornendo informazioni scientifiche aggiornate sui benefici dei vaccini.

“Vogliamo sensibilizzare la comunità e diffondere informazioni cruciali riguardo la prevenzione di molte gravi complicanze – afferma Saverio Cinieri, Presidente di Fondazione AIOM - Il counselling vaccinale è uno strumento fondamentale di promozione della salute e l’oncologo medico deve svolgere il ruolo di facilitatore, consigliando correttamente l’assistito. Molti dei nostri pazienti esprimono forti timori che riguardano il possibile impatto dei vaccini sul cancro oltre che il potenziale effetto negativo sui trattamenti anti-tumorali. Oppure sono convinti che le immunizzazioni possano interferire negativamente su un organismo che è già impegnato nella sfida contro le neoplasie”.

Proprio nelle scorse settimane l’AIOM ha pubblicato le prime Linee Guida al mondo interamente dedicate alla vaccinazione del paziente oncologico. “Le patologie vaccino-prevenibili di spiccata rilevanza epidemiologica per la popolazione con un tumore sono l’influenza, il Covid-19, le infezioni da pneumococco e quelle da Herpes Zoster – aggiunge Angioletta Lasagna, Oncologa al San Matteo di Pavia e Coordinatrice delle Linee Guida AIOM sulle Vaccinazioni -. Quest’ultimo è comunemente chiamato “Fuoco di Sant’Antonio”. Nelle persone immunocompromesse la disseminazione cutanea e viscerale causata dal virus può causare complicazioni anche mortali. Esiste però un vaccino “ricombinante adiuvato” che raccomandiamo fortemente ai nostri pazienti. Con le nuove Linee Guida forniamo a tutti i clinici indicazioni precise, soprattutto sulle modalità e tempistiche di somministrazione delle immunizzazioni”.

“Tra le malattie prevenibili vi sono anche le infezioni da HPV – sottolinea Nicola Silvestris, Segretario Nazionale AIOM -. Il Papilloma Virus provoca affezioni che tendono a ripresentarsi frequentemente nonché condilomi ano-genitali, verruche genitali e altri fastidiosi disturbi. Il vaccino è disponibile gratuitamente in Italia da diversi anni ma la popolazione più adulta, e quindi più interessata ai tumori, tendenzialmente non è mai stata immunizzata. L’anti-HPV va quindi raccomandato ai pazienti e al tempo stesso promosso tra i giovani come strumento di prevenzione oncologica”.

“In generale il calendario di vaccinazioni per i pazienti dovrebbe essere programmato prima dell’inizio dei trattamenti oncologici e quindi sin già dalle prime visite – conclude Cinieri -. Il momento migliore per somministrare il vaccino invece dipende dalla tipologia di cure svolte e dallo stato di salute del malato. Deve essere un preciso compito di tutti gli oncologi ascoltare attentamente il proprio assistito, comprendere le sue preoccupazioni e infine rispondere a tutti i dubbi e le perplessità”.

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