Un nuovo studio pubblicato su Science avrebbe rivelato dettagli inediti sulla proteina PINK1 che, in presenza di mutazioni, potrebbe essere collegata all’esordio precoce del morbo di Parkinson. La ricerca, condotta da ricercatori del Walter and Eliza Hall Institute dell’Università di Melbourne, chiarisce il funzionamento della proteina e il suo ruolo nel proteggere le cellule cerebrali.
In condizioni normali, PINK1 individua i mitocondri danneggiati, le “centrali energetiche” delle cellule, e li individua per l’eliminazione. Nei pazienti con mutazioni di PINK1, i mitocondri compromessi si accumulano, rilasciando tossine che portano alla morte cellulare. Tuttavia, finora la struttura e il meccanismo d’azione della proteina erano poco noti.
Il team di ricerca ha osservato per la prima volta PINK1 agganciata ai mitocondri danneggiati, identificando una complessa rete di proteine che fungono da punto di ancoraggio. “Per la prima volta, ha dichiarato la Dr.ssa Sylvie Callegari, ricercatrice dello studio, abbiamo osservato come le mutazioni nel gene PINK1, presenti nelle persone affette dal morbo di Parkinson, potrebbero alterare la struttura e la funzione della proteina stessa”.
Secondo il responsabile dello studio, il Dr. David Komander, questa scoperta apre nuove possibilità per attivare o correggere il funzionamento di PINK1 e potrebbe significare un passo fondamentale per sviluppare terapie mirate contro il Parkinson
https://www.science.org/doi/10.1126/science.adu6445
Cristoforo Zervos