Un recente studio pubblicato su Advances in Nutrition, a cui hanno partecipato anche ricercatori dell’Università di Bologna, ha esaminato l’impatto del consumo di diversi gruppi alimentari sul rischio di mortalità per tutte le cause.
La dieta gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo di diverse malattie non trasmissibili, che complessivamente sono responsabili di oltre il 66% di tutti i decessi a livello globale. Il rapporto tra alimentazione e longevità è mediato da vari fattori metabolici e cardiovascolari, tra cui ipertensione, iperglicemia, un profilo lipidico anomalo e un elevato indice di massa corporea (BMI).
Il ruolo significativo della dieta nella salute evidenzia l’importanza di esaminare le possibili associazioni tra i vari gruppi alimentari e il rischio di mortalità, conoscenze che possono essere impiegate per ottimizzare le linee guida nutrizionali e informare le misure di sanità pubblica.
L’analisi, basata su 41 revisioni sistematiche e meta-analisi che hanno coinvolto oltre un milione di partecipanti, ha evidenziato che aumentare il consumo di noci, cereali integrali, frutta, verdura e pesce è fortemente collegato a una maggiore longevità. Al contrario, mangiare troppo carne rossa – sia quella lavorata che quella non lavorata – e bere bevande zuccherate può aumentare il rischio di decesso. Il processo di selezione degli articoli ha coinvolto l’utilizzo del software ASReview, che impiega l’apprendimento attivo e l’elaborazione del linguaggio naturale per ottimizzare la revisione di titoli e abstract. Il successo nell’applicazione di questo software supporta future collaborazioni sinergiche tra sviluppatori di software, esperti di intelligenza artificiale e ricercatori impegnati in revisioni sistematiche.
I gruppi alimentari considerati per l’analisi includevano cereali raffinati e integrali, frutta, verdura, noci, legumi, pesce e prodotti ittici, uova, latte e derivati, carne e prodotti a base di carne, bevande zuccherate e zuccheri aggiunti. Un consumo più elevato di legumi e carne bianca è stato associato a una minore mortalità, mentre un aumento non significativo del rischio è stato attribuito a zuccheri aggiunti, uova e cereali raffinati.
Ecco nel dettaglio i risultati per le diverse classi alimentari:
• Noci e cereali integrali: questi alimenti mostrano l’associazione più robusta con una riduzione del rischio di morte, con un maggiore apporto correlato a una maggiore longevità.
• Frutta, verdura e pesce: un maggiore consumo è associato a un rischio inferiore di mortalità.
• Carni rosse e bevande zuccherate: il consumo elevato, sia di carni rosse lavorate che non, e di bevande zuccherate è correlato a un rischio maggiore di mortalità.
• Legumi e carni bianche: sono generalmente associati a una minore mortalità, mentre latticini, cereali raffinati, uova e zuccheri aggiunti mostrano associazioni meno chiare o non significative.
Lo studio sottolinea come la dieta influenzi fattori metabolici e cardiovascolari (ipertensione, iperglicemia, profili lipidici anomali e alto BMI), determinando in maniera significativa lo sviluppo di malattie non trasmissibili, responsabili di oltre il 66% dei decessi globali. Inoltre, sono state rilevate risposte dose–risposta non lineari, per cui alcuni alimenti (ad esempio frutta e verdura) offrono benefici crescenti fino a un certo livello di consumo, oltre il quale i benefici si attenuano.
Anche se alcuni alimenti come i latticini e i cereali raffinati non mostrano risultati chiari, questo studio sottolinea quanto la dieta giochi un ruolo fondamentale nel prevenire malattie come l’ipertensione, il diabete e problemi cardiovascolari. Questi risultati forniscono importanti spunti per ottimizzare le linee guida e le misure di sanità pubblica, pur evidenziando limiti quali l’eterogeneità degli studi e potenziali carenze nella reperibilità dei dati.
Matteo Vian