Uno studio internazionale ha dimostrato che un intervento mirato a ripristinare il microbioma intestinale può migliorare le interazioni ospite-microbioma, con potenziali benefici per la prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili. L'intervento prevedeva una dieta che riproduceva le caratteristiche chiave dei modelli alimentari non industrializzati (la "restore diet") e l'integrazione del batterio Limosilactobacillus reuteri.
Il trial randomizzato e controllato, condotto su adulti canadesi sani, ha evidenziato che la "restore diet", pur riducendo la diversità del microbioma intestinale, aumentava la persistenza del ceppo di L. reuteri PB-W1, originario di una zona rurale della Papua Nuova Guinea. Inoltre, riequilibrava varie caratteristiche del microbioma alterate dall'industrializzazione.
La dieta modificava favorevolmente i metaboliti plasmatici derivati dal microbiota, coinvolti nell'eziologia delle malattie croniche non trasmissibili, e offriva considerevoli benefici cardiometabolici indipendenti dalla somministrazione di L. reuteri. Molti di questi benefici potevano essere accuratamente previsti dalle caratteristiche del microbioma di base e dalla risposta alla dieta.
I risultati suggeriscono che un intervento dietetico mirato al ripristino del microbioma intestinale può migliorare le interazioni ospite-microbioma, che probabilmente sottendono a patologie croniche, fornendo indicazioni per raccomandazioni dietetiche e lo sviluppo di strategie terapeutiche e nutrizionali.
Arturo Zenorini
Cell, 2025 Jan 20:S0092-8674(24)01477-6. doi: 10.1016/j.cell.2024.12.034. Epub ahead of print.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39855197/