Con la pandemia di Covid-19 che sembra abbia fatto da detonatore al fenomeno dell'isolamento sociale, in Italia gli adolescenti a rischio 'hikikomori' sono in "netta crescita". Ragazzi che hanno perso il desiderio di avere contatti diretti e che invece preferiscono il totale ritiro sociale. È la fotografia scattata da un'analisi del gruppo di ricerca Musa (Mutamenti sociali, valutazione e metodi) del Cnr-Irpps, l'Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma e pubblicato sulla rivista 'Scientific Reports' e finalizzato a indagare, attraverso un approccio di ricerca di tipo socio-psicologico, l'eziologia del ritiro sociale tra gli adolescenti identificando i fattori scatenanti, dalla quale emerge che "è quasi raddoppiato" dopo Covid il numero di adolescenti che non incontrano più i loro amici nel mondo extrascolastico, i ritirati sociali.
Dallo studio emerge che questo profilo fra i ragazzi di età tra i 14 e i 19 anni, mostra cifre quasi triplicate in 3 anni, passando dal 15% del campione nel 2019 al 39,4% nel 2022. Lo studio si è basato sui dati di 2 indagini trasversali condotte dai ricercatori nel 2019 e nel 2022 su studenti di scuole pubbliche secondarie di secondo grado e su campioni rappresentativi a livello nazionale, composti rispettivamente da 3.273 e 4.288 adolescenti di 14-19 anni. Da qui gli autori hanno identificato, attraverso tecniche avanzate di modellizzazione statistica, 3 gruppi di adolescenti, 3 identikit: le 'farfalle sociali', con alti livelli di interazione sociale sia con gli amici che con i familiari, passate dal 35,2% al 38,5% in 3 anni; gli 'amico-centrici', che danno priorità alle interazioni sociali coi coetanei mentre non trascorrono il tempo libero con genitori o fratelli, crollati dal 49% al 22,1% nel 2022; e i 'lupi solitari', che come si è visto hanno avuto un exploit e sono quei ragazzi che trascorrono prevalentemente il loro tempo libero da soli, né con la famiglia né con i coetanei, mostrando una bassa frequenza settimanale negli incontri di persona con gli amici. È proprio in questo profilo che rientra il sottogruppo più a rischio, studenti che non incontrano più i loro amici fuori dalla scuola: per loro il dato è vicino al raddoppio, dal momento che nel 2022 avevano raggiunto quota 9,7% del campione, rispetto al 5,6% registrato nel 2019. È qui che si concentrano le preoccupazioni degli esperti: il timore è che questo gruppo di ragazzi, "una volta completata la scuola dell'obbligo, possa assomigliare sempre di più al fenomeno hikikomori del Giappone". Quali sono i fattori determinanti, l'innesco di quel meccanismo pericoloso che porta all'autoisolamento? Si è visto, analizzano gli autori, che in particolare l'iperconnessione, ossia la sovraesposizione ai social media, ha un ruolo primario in questo processo corrosivo dell'interazione e dell'identità adolescenziale e successivamente del benessere psicologico individuale. L'iperconnessione, si legge nel documento, "è principale responsabile tanto dell'autoisolamento quanto dell'esplosione delle ideazioni suicidarie giovanili". Lo studio mostra che non solo dal 2019 al 2022 sono "drasticamente aumentati i giovani che si limitano alla sola frequentazione della scuola nella loro vita, ma anche nel mondo adolescenziale è significativamente diminuita l'abitudine a trascorrere il tempo libero faccia a faccia con gli amici", come succede ai lupi solitari.
Sebbene leggermente più diffuso tra le ragazze, il fenomeno riguarda entrambi i sessi e non presenta sostanziali differenze regionali, relative alla tipologia scolastica frequentata o al background socio-culturale ed economico familiare, come invece si è supposto in passato. Questo per gli autori indica che "il problema sta diventando globale ed endemico". Cosa accomuna questi giovani? Scarsa qualità delle relazioni sociali (con i genitori, in particolare con la madre), bassa fiducia relazionale (verso familiari e insegnanti), vittimizzazione da cyberbullismo e bullismo, iperconnessione da social media, scarsa partecipazione alla pratica sportiva extrascolastica e insoddisfazione per il proprio corpo. "Questi fattori, inoltre alimentati dall'influenza pervasiva delle pressioni sociali a conformarsi a standard anche estetici irraggiungibili, erodono l'autostima favorendo un senso di inadeguatezza nelle interazioni sociali con i coetanei - aggiunge Tintori - Abbiamo, inoltre, constatato che coloro che già versano in uno stato di ritiro sociale presentano un uso più moderato dei social media: ciò apre all'ipotesi che, all'aumentare del tempo di isolamento fisico, ci si disconnetta gradualmente anche dalle interazioni virtuali, ossia ci si diriga verso la rinuncia totale alla socialità". Il fenomeno, assimilabile a quello degli hikikomori del Giappone, potrebbe generare una vera e propria emergenza sociale, avvertono gli autori: "Il nostro studio - conclude Tintori - oltre a fornire risultati utili alla comprensione della natura del problema, evidenzia l'urgenza di interventi educativi e formativi da rivolgere a genitori e docenti scolastici, nonché di sostegno per i giovani, ovvero un supporto specifico verso gli adolescenti che versano nelle condizioni più critiche".