Clinica
Psichiatria
06/12/2024

La guerra lascia traccia anche nel Dna dei bambini. Lo studio

I bambini che vivono in Paesi devastati dai conflitti possono subire dei cambiamenti biologici avversi a livello genetico, che potrebbero avere impatti sulla salute per tutta la vita

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I bambini che vivono in Paesi devastati dai conflitti non solo hanno una scarsa salute mentale, ma possono subire dei cambiamenti biologici avversi a livello genetico, che potrebbero avere impatti sulla salute per tutta la vita. È quando rileva uno studio dell'Università del Surrey, nel Regno Unito. Il lavoro - primo del suo genere - si è basato su campioni di saliva raccolti da 1.507 rifugiati siriani di età compresa tra 6 e 19 anni, che vivevano in insediamenti informali in Libano.

Il team di ricerca ha analizzato la metilazione del Dna, un processo epigenetico in cui vengono aggiunti 'tag' chimici al Dna in vari siti del genoma (il set completo dei geni). Questi cambiamenti possono accendere o spegnere i geni senza modificare il codice del Dna. Gli studiosi hanno raccolto anche dei questionari, compilati sia dai bambini che dai loro tutori, per misurare l'esposizione dei piccoli a eventi correlati alla guerra vissuti in prima persona. La ricerca - condotta in collaborazione con l'University College di Londra, l'Institute for Development, Research, Advocacy and Applied Care in Libano, la libanese St Georges University e una Ong internazionale - ha fatto emergere che i bambini esposti a eventi bellici presentavano cambiamenti nella metilazione del Dna in diversi siti e regioni del genoma. Alcuni di questi cambiamenti erano collegati a geni coinvolti in funzioni cruciali, come la neurotrasmissione (il modo in cui comunicano le cellule nervose) e il trasporto intracellulare (come si muovono i materiali all'interno delle cellule). I cambiamenti specifici osservati non risultano essere presenti in altre forme di trauma, come la povertà o il bullismo, il che suggerisce che la guerra possa innescare risposte biologiche uniche nel corpo.

Il paper è pubblicato su 'Jama Psychiatry' e fa parte dello studio di coorte Biopath, iniziato nel 2017 su bambini rifugiati. Lavoro che - evidenziano gli esperti - prepara il terreno per una comprensione più profonda di come il trauma influenzi lo sviluppo della salute mentale.

I ricercatori hanno anche esaminato in che modo gli effetti biologici della guerra differiscono tra ragazzi e ragazze. Hanno scoperto che le ragazze che hanno vissuto eventi di guerra hanno mostrato cambiamenti più significativi nel Dna rispetto ai ragazzi, in particolare nei geni legati alla risposta allo stress e allo sviluppo cerebrale. Sebbene siano stati colpiti entrambi i sessi, le ragazze hanno mostrato una risposta biologica più forte all'esposizione alla guerra, il che suggerisce che potrebbero essere più vulnerabili agli effetti a lungo termine del trauma a livello molecolare.

La metilazione del Dna, che è l'elemento su cui hanno indagato gli esperti, è un processo naturale con cui piccoli gruppi chimici, chiamati gruppi metilici, vengono aggiunti a determinate parti del nostro Dna. Questi gruppi agiscono come interruttori, accendendo o spegnendo i geni o regolando la loro intensità di espressione, senza però modificare la sequenza effettiva del Dna in sé. La metilazione, sottolineano gli autori, svolge un ruolo chiave nello sviluppo normale e può essere influenzata da fattori come dieta, stress ed esposizione a traumi. Quando qualcuno sperimenta eventi estremi, come la guerra, ciò può portare a cambiamenti nella metilazione, che potrebbero influenzare la salute fisica e mentale a lungo termine. Gli scienziati vogliono fotografare proprio questo, con una missione: capire come esperienze drammatiche e stressanti possano lasciare segni biologici duraturi sul corpo di chi le vive.

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