Addormentarsi e svegliarsi ad orari spesso diversi aumenta i rischi di infarto e ictus anche se le ore di sonno sono nella norma, ossia comprese fra 7 e 9 ore a notte. Lo indica lo studio dell'Università di Ottawa pubblicato sul Journal of Epidemiology & Community Health e condotto seguendo per 8 anni la salute di circa 70mila persone che non avevano mai sofferto di eventi cardiaci. I dati indicano che per la salute del cuore la regolarità dei cicli quotidiani di veglia-sonno conta di più rispetto al numero di ore di sonno giornaliere. Negli otto anni considerati dell'indagine, l'incremento dei rischi di infarto ed ictus è risultato più elevato del 26% tra gli individui che andavano a letto a orari irregolari. Per la ricerca è stato messo a punto un 'indice della regolarita' del sonno' (Sri), che calcola gli effetti di fattori che potrebbero influenzare la salute delle persone quali il fumo, l'attività fisica e il consumo di alcol. "Un crescente numero di studi suggerisce che il ritmo giornaliero in cui si va a dormire e ci si alza influenza la mortalità per problemi cardiaci in modo più significativo rispetto al numero di ore di sonno", ha osservato l'autore principale dell'indagine, Jean Pierre Chaput, professore di pediatria all'Università di Ottawa.