“La notizia dell’approvazione di lecanemab apre una nuova storia per il trattamento dei pazienti con Alzheimer, in particolare per coloro che si trovano nelle fasi iniziali per i quali la progressione della malattia potrà essere contrastata”, commentano così Alessandro Padovani, Presidente SIN, e Marco Bozzali, Presidente SINDEM, il parere positivo espresso dal Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell'Agenzia Europea per i Farmaci (EMA) che raccomanda l'approvazione dell'anticorpo monoclonale amiloide-beta per il trattamento della Malattia di Alzheimer. È il primo farmaco che mira a rallentare lo sviluppo e il decorso della patologia. Ed aggiungono: “Non è solo un traguardo cui tutti guardavamo con fiducia ma soprattutto una conferma che eravamo sulla strada giusta e che da domani porta i Paesi europei allo stesso livello di USA, Giappone, Cina e UK”.
“Esprimiamo grande soddisfazione per gli impegni profusi dalla Società Italiana di Neurologia e dalla Società Italiana per lo Studio delle Demenze nel sostenere la ricerca e le evidenze sulla bontà dei farmaci anti-amiloide”. Continuano Padovani e Bozzali.
È il primo farmaco che mira a rallentare lo sviluppo e il decorso della patologia. “È una decisione importante anche per il nostro Paese perché, finalmente, potremo ricostruire una filiera diagnostica più appropriata e ridurre l’impatto della Malattia di Alzheimer. Sicuramente non tutti i malati potranno beneficiare di questo trattamento e dovremo attendere la decisione di AIFA anche in relazione ai centri che verranno autorizzati in Italia a somministrare la terapia, in attesa che altri farmaci ad azione simile vengano autorizzati in futuro. In questo ambito, siamo sicuri che, da domani, saremo chiamati a migliorare i percorsi di diagnosi, approfittando dei progressi relativi ai biomarcatori plasmatici che potranno consentire una diagnosi meno invasiva e meno costosa rispetto alla PET e allo studio del liquor”, concludono i Presidenti di SIN e SINDEM.