Aumento dei casi di pertosse in Europa nei bambini, nel nord sono dell’ordine delle centinaia, a causa di un sempre più basso tasso di vaccinazione. Ora si segnalano anche i primi casi decesso nei Paesi Bassi e in Repubblica Ceca. I pediatri sono profondamente preoccupati, e Fabio Midulla, della Società italiana di pediatria (Sip) ricorda che è possibile effettuare il vaccino della pertosse in gravidanza, ma “dai dati risulta che lo faccia solo meno del 3% delle donne in gestazione”.
Nell'Occidente, il numero di infezioni è già nell'ordine delle migliaia e nel Nord Europa, al momento, i casi sono nell'ordine delle centinaia. In Repubblica Ceca Bambini, adolescenti e anziani sono tra i più colpiti e il numero dei casi ha superato i 4.000, e sono stati segnalati i primi decessi correlati. Di conseguenza, la Repubblica Ceca si trova di fronte a una carenza di vaccini. Anche i Paesi Bassi hanno segnalato la morte di quattro neonati dall'inizio dell'anno, con il tasso di vaccinazione del paese in declino negli ultimi dieci anni. La Norvegia potrebbe iniziare a vaccinare le donne incinte in risposta all'aumento della pertosse.
A questo proposito Midulla afferma: "In Italia manca una buona educazione sanitaria nei bambini. La buona educazione sanitaria passa per la spiegazione di cosa sono i vaccini, per malattie che possono avere conseguenze gravi. Anche quello contro il papillomavirus, per il quale noi ai nostri pazienti diciamo che è una vaccinazione che va fatta. Vi è poi il vaccino della pertosse in gravidanza: dai dati mi risulta che lo faccia solo meno del 3% delle donne in gestazione. E per il virus della bronchiolite, per cui esiste un vaccino da luglio che si può fare sempre alle donne in gravidanza: ostetriche e ginecologi vanno sensibilizzati In generale sono convinto che i pediatri di famiglia dovrebbero essere convolti attivamente nelle vaccinazioni pediatriche, ad esempio anche durante i bilanci di salute dei più piccoli".
Infine, nel Regno Unito (Farmacista 29 gennaio 2024), dove i numeri di vaccinazione sono recentemente diminuiti, è colpito. Sebbene gli esperti dicano che si tratta di un'epidemia ricorrente, sembra essere la più grave da molto tempo e ancora una volta, il livello di preparazione non è al massimo.
Per questo la Commissione europea ha chiesto una "risposta coordinata sulla salute pubblica" per evitare ulteriori focolai.