I pesticidi, utilizzati troppo e male possono causare danni al cervello. A ricordarlo una nota dei neurologi Sin che in una nota appoggiano “i principi di una transizione ecologica sostenibile per un corretto recupero della sostenibilità e della biodiversità, che hanno spinto gli agricoltori di tutta Italia e di mezza Europa a salire sui trattori per manifestare le loro necessità di lavoro". Il presidente Sin, Alessandro Padovani, lancia però “un monito per un oculato utilizzo delle innovazioni messe a disposizione dal Green Deal", chiedendo prima di tutto che i pesticidi "non siano impiegati in maniera indiscriminata e acritica", così da “garantire un normale sviluppo del sistema nervoso cerebrale nei bambini, senza aumentare il rischio di malattie neurologiche negli adulti e negli anziani".
"Nel 2022 - ricorda la Sin - è stato messo a punto il Sur (Sustainable use regulation of plant protection products), cioè un regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi per un dimezzamento del loro impiego nell'Unione entro il 2030. I pesticidi chimici sono fra le principali fonti di inquinamento dell'acqua e del suolo, dell’aumento della resistenza ai parassiti, nonché di varie malattie croniche dell’uomo, dai tumori alla malattia di Parkinson. Secondo il rapporto Wwf 22 'Pesticidi: una pandemia silenziosa', l'Italia risultava il sesto Paese al mondo per il loro utilizzo, con quasi 400 diverse sostanze per un totale di 114mila tonnellate all'anno. L'anno scorso l’Italia e altri 9 Paesi (Bulgaria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Rep. Ceca, Slovacchia e Ungheria) hanno costituito un Comitato per chiedere una riduzione delle restrizioni Sur della Ue. Non essendo però mai stata raggiunta una maggioranza né a favore né contro l'abrogazione del Sur, in base al regolamento che obbliga la Ue all'esecuzione in assenza una maggioranza fra Stati membri, il 28 novembre 2023 la norma è stata rinnovata per altri 10 anni, cioè fino al 2033. Era quindi in vigore quando a gennaio la presidente" della Commissione Ue "Ursula Von Der Leyen ha annunciato di abrogare il regolamento Sur sui pesticidi".
"Fra questi - avvertono i neurologi - ce n'è però uno che ha sempre destato polemiche da parte degli scienziati e delle associazioni ambientaliste: il glifosato. Il ministero della Salute italiano ne aveva già revocata l'autorizzazione dal 22 febbraio 2017, ma la recente dichiarazione d'intenti della presidente Von Der Leyen rischia di creare nuove confusioni e polemiche. Pochi giorni fa 6 ong e cioè Pan Europe, ClientEarth (Ue), Générations Futures (Francia), Global 2000 (Austria), Pan Germania e Pan Paesi Bassi hanno proposto un ufficiale ricorso legale contro la decisione di riapprovare l'uso anche di questo pesticida, passato a loro giudizio attraverso le maglie troppo larghe di un miope sistema burocratico di valutazione interna della Commissione europea, che va rinnovato perché non al passo coi tempi e con i dati della letteratura scientifica che indicano come il glifosato sia implicato nella patogenesi di malattie neurodegenerative come quella di Alzheimer".
"L'ultimo studio - cita la Sin - è stato appena pubblicato su 'Neural Regeneration Research' dai ricercatori della Washington University School of Medicine di Saint Louis, che hanno evidenziato l'azione proinfiammatoria diretta e/o indiretta" del glifosato. "In un modello murino di apprendimento e memoria - sottolineano i neurologi - già 24 ore dopo si evidenzia a livello dell’ippocampo un'azione diretta con inibizione del potenziamento della traccia mnesica a lungo termine, simile a quella che si verifica con esposizione cronica a lipopolisaccaridi. L'azione indiretta si esplica sul microbiota tramite il cosiddetto gut-brain-axis per l’induzione di una disbiosi che evolve in un’endotossiemia lipopolisaccaridemica con alterazioni della permeabilità intestinale e passaggio di cataboliti batterici gram-negativi come i lipopolisaccaridi. Questi attivano una cascata pro-infiammatoria determinando al contempo una situazione simile a quella che si verifica nel diabete, patologia notoriamente connessa allo sviluppo a lungo termine di alterazioni della cognitività".
"Altri dati confermerebbero l'azione pro-infiammatoria dei glifosati - commenta Padovani - a supporto del rischio di un utilizzo indiscriminato e irresponsabile dei pesticidi". Questi "potrebbero incrementare il rischio di sviluppare non solo patologie neoplastiche e cerebrovascolari, ma soprattutto malattie neurodegenerative quali l’Alzheimer, il Parkinson e la Sclerosi laterale amiotrofica".