La cucina italiana è stata riconosciuta Patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’Unesco il 10 dicembre a Nuova Delhi, nel corso della riunione del Comitato intergovernativo dell’agenzia delle Nazioni Unite. La candidatura, intitolata “Cucina italiana: sostenibilità e diversità bioculturale”, era stata presentata nel 2023 dal Governo italiano attraverso il Ministero della Cultura e il Ministero dell’Agricoltura, su impulso della Fondazione Casa Artusi di Forlimpopoli, dell’Accademia Italiana della Cucina e della rivista “La Cucina Italiana”, ottenendo una valutazione tecnica positiva il 10 novembre 2025.
Commentando il riconoscimento, secondo quanto dichiarato ad Adnkronos Salute, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha affermato che «il riconoscimento della cucina italiana come Patrimonio dell’umanità (…) conferma l’eccellenza del nostro modello alimentare, simbolo della nostra identità nazionale e di una lunga tradizione di benessere, genuinità e convivialità» e che il Governo continuerà a promuovere la cucina italiana «insieme alla dieta mediterranea come pilastro di uno stile di vita in salute».
Nel materiale di presentazione della candidatura viene precisato che il riconoscimento non riguarda singoli piatti o ricette, ma considera la cucina italiana come un insieme di tradizioni regionali, cicli stagionali, pratiche agricole, biodiversità alimentare, convivialità e trasmissione dei saperi, intesi come elementi costitutivi della cultura alimentare nazionale.
Secondo le stime di Cst per Confesercenti citate dalla stampa nazionale, il riconoscimento potrebbe avere ricadute anche sul settore turistico, con un incremento previsto delle presenze straniere compreso tra il 6% e l’8% nei primi due anni, pari a circa 18 milioni di arrivi aggiuntivi. Nel 2024 la spesa dei visitatori stranieri nella ristorazione italiana è stata pari a 12,08 miliardi di euro, in aumento del 7,5% rispetto al 2023, mentre le previsioni per il 2025 indicano una spesa stimata di 12,68 miliardi, con una crescita del 5%.