La letteratura scientifica concorda sul fatto che la salute cerebrale sia influenzata da molteplici fattori, tra cui la qualità dell’alimentazione. Studi di neuro-nutrizione e neuroepidemiologia hanno mostrato come specifici modelli dietetici possano incidere sul metabolismo neuronale, sulla funzione sinaptica, sull’integrità della microcircolazione cerebrale e sui processi neuroinfiammatori. La dieta risulta inoltre coinvolta nella modulazione del microbiota intestinale e dell’asse intestino–cervello, nonché nella stabilità della barriera emato-encefalica.
In questo contesto, alcuni neurologi e neuroscienziati segnalano categorie di alimenti e bevande che, sulla base delle evidenze disponibili, sono associate a meccanismi potenzialmente sfavorevoli per la salute cerebrale.
Secondo Friederike Fabritius, neuroscienziata, molte formulazioni commerciali contengono edulcoranti e additivi in grado di modificare la composizione del microbiota intestinale. La letteratura indica che intestino e sistema nervoso centrale sono funzionalmente interconnessi e che alterazioni della flora microbica possono influenzare indirettamente la regolazione dei neurotrasmettitori e i circuiti dello stress e dell’umore.
Il neurologo Shaheen Lakhan richiama l’attenzione sugli effetti dei carichi elevati di zuccheri semplici, che favoriscono picchi glicemici e disfunzione microvascolare cerebrale. Studi osservazionali e di imaging hanno associato la sofferenza del microcircolo a deficit cognitivi e aumento del rischio di demenza vascolare. Lakhan segnala che anche bevande edulcorate prive di zuccheri possono interferire con i meccanismi di regolazione metabolica e con il sistema dopaminergico.
Per la neurologa Shae Datta, co-direttrice del NYU Langone Concussion Center, i grassi trans industriali favoriscono infiammazione sistemica e disfunzione endoteliale. Dati pubblicati su Neurology hanno correlato livelli ematici elevati di acido elaidico con un rischio aumentato di demenza nelle fasce di età più avanzate.
Lester Leung, neurologo e direttore del Comprehensive Stroke Center del Tufts Medical Center, evidenzia che il tetraidrocannabinolo (THC) può determinare vasocostrizione cerebrale, fenomeno documentato nella letteratura di fisiologia vascolare. Questo effetto è stato associato a un aumento del rischio ischemico, soprattutto in soggetti predisposti a disturbi vasomotori o emicranici.
Bryan Ho, neurologo e direttore del Movement Disorders Program del Tufts Medical Center, definisce l’alcol una sostanza con effetti neurotossici, in linea con numerosi studi che documentano danni diretti al sistema nervoso centrale e periferico. Anche assunzioni moderate ma croniche sono state associate ad alterazioni della plasticità sinaptica, alla disfunzione dei neuroni dopaminergici e a processi neuroinfiammatori. La birra, inoltre, comporta un apporto calorico aggiuntivo privo di benefici nutrizionali specifici.
Sean Callan, neuroscienziato e CEO di Ellipse Analytics, richiama l’attenzione sui processi di decaffeinizzazione che prevedono, in alcuni casi, l’uso di solventi come il diclorometano. Pur nel rispetto dei limiti regolatori, la letteratura tossicologica segnala potenziali rischi neurologici o oncologici associati a esposizioni prolungate, suggerendo cautela nella scelta dei metodi di lavorazione.
Il neurologo Pedram Navab evidenzia che le fritture ad alta temperatura generano prodotti di ossidazione lipidica e incrementano l’introito di grassi saturi. Entrambi i fattori sono stati associati a stress ossidativo, neuroinfiammazione e possibili alterazioni della barriera emato-encefalica. Studi sperimentali e osservazionali collegano questi alimenti anche a modificazioni strutturali dell’ippocampo, area coinvolta nei processi di memoria e apprendimento.
Gli specialisti non indicano divieti assoluti, ma raccomandano attenzione alla composizione degli alimenti e ai processi di produzione. Le evidenze suggeriscono che consumi abituali di cibi ultraprocessati, elevati zuccheri, grassi trans, alcol e prodotti di frittura sono associati a meccanismi che possono incidere negativamente sulla salute cerebrale. Modelli alimentari basati su alimenti poco processati, grassi insaturi e abbondante apporto vegetale rimangono il riferimento per il supporto a lungo termine delle funzioni neurologiche.