Il Rapporto OsMed 2024 conferma una tendenza ormai consolidata: gli anziani italiani assumono un numero crescente di farmaci, spesso in politerapia, con livelli di aderenza e persistenza terapeutica molto bassi. Secondo FADOI, la polifarmacoterapia “è una realtà che dev’essere monitorata e gestita nel modo corretto” per ridurre sovrapposizioni, interazioni ed eventi avversi.
Nel 2024 il 97,4% degli over 65, pari a 14,4 milioni di persone, ha ricevuto almeno una prescrizione. Questa fascia assorbe quasi il 64% della spesa complessiva e il 70% delle dosi erogate. Ogni anziano assume in media 7,6 principi attivi, che diventano 8,7 negli over 85. La politerapia è oggi la norma: il 68,1% degli anziani riceve almeno cinque farmaci all’anno e il 28,3% dieci o più, con valori più elevati nel Sud. Tre su dieci sono in politerapia cronica per almeno sei mesi, con un picco del 43,7% negli 89enni.
Nonostante il carico terapeutico, l’aderenza resta bassa: solo il 19,5% dei pazienti con asma/BPCO segue correttamente la terapia, il 32,4% dei diabetici e il 37,8% di chi assume antidepressivi. La persistenza a 12 mesi è rispettivamente dell’8,4%, 34,2% e 48,8%. Dopo gli 85 anni questi valori crollano ulteriormente.
FADOI – la Federazione dei medici internisti ospedalieri – richiama l’attenzione sulla prescrizione frammentata: gli internisti sottolineano che “gli over 75 consumano la quota più elevata di dosi giornaliere e la prescrizione frammentata, spesso gestita da diversi specialisti senza una visione complessiva del paziente, espone gli anziani a interazioni farmacologiche, reazioni avverse e ricoveri potenzialmente evitabili”. Segnalato anche l’aumento del 19% degli utilizzatori di PPI, spesso in associazione non giustificata con gli anticoagulanti orali diretti.
“I numeri del Rapporto OsMed parlano chiaro - afferma il Presidente della Fadoi, Francesco Dentali -. Una popolazione fragile come quella anziana non può essere esposta a una giungla terapeutica fatta di 8, 10 o 12 farmaci diversi, spesso assunti con scarsa aderenza e senza una valutazione strutturata dell’appropriatezza. Il rischio clinico è enorme e ricade non solo sui pazienti, ma anche sul Servizio sanitario nazionale”.
La Federazione chiede quindi maggiore vigilanza sull’appropriatezza, revisione periodica dei trattamenti, integrazione ospedale–territorio e programmi di deprescrizione. “Il Rapporto OsMed 2024 ci consegna un messaggio inequivocabile” rimarca il Presidente eletto di Fadoi, Andrea Montagnani.
“Per mettere in sicurezza gli anziani serve alleggerire, semplificare e personalizzare le cure. È una necessità clinica e un dovere etico” conclude il Presidente della Fondazione Fadoi, Dario Manfellotto.