Solo un italiano su sei saprebbe eseguire correttamente le manovre di primo soccorso in caso di arresto cardiaco. È quanto emerge da una ricerca dell’Osservatorio Opinion Leader 4 Future, diffusa in occasione della Giornata mondiale della rianimazione cardiopolmonare (World Restart a Heart Day), promossa dall’International Liaison Committee on Resuscitation (Ilcor).
L’indagine, realizzata in collaborazione con Credem e l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (Almed) dell’Università Cattolica, mostra che solo il 16% degli intervistati sarebbe in grado di praticare il massaggio cardiaco o utilizzare un defibrillatore automatico esterno (Dae). Il 29% si limiterebbe a chiamare i soccorsi, il 32% agirebbe solo se guidato da un operatore e il 2% non interverrebbe in alcun modo.
Tra le principali cause di esitazione, la paura di peggiorare la situazione (56%) e la scarsa conoscenza delle tecniche di emergenza (42%). Sebbene il 63% degli italiani si dichiari informato sull’arresto cardiaco, solo il 24% saprebbe definirlo correttamente e appena l’11% distinguerebbe un arresto da un infarto.
La partecipazione ai corsi di primo soccorso resta limitata: il 74% non ne ha mai frequentato uno, mentre solo il 14% ha seguito una formazione specifica e ne ricorda i contenuti. Inoltre, solo un cittadino su cinque conosce il funzionamento dei defibrillatori.
«Questi dati evidenziano l’urgenza di promuovere una maggiore consapevolezza e di dare piena attuazione alla legge 116/2021, che prevede la formazione obbligatoria a scuola e nei contesti sportivi – spiega Andrea Scapigliati, presidente dell’Italian Resuscitation Council (Irc) e docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore –. Le tecniche di rianimazione dovrebbero essere insegnate fin dall’età scolare e integrate nei percorsi per il conseguimento della patente di guida».
In questa direzione si inserisce l’accordo recentemente siglato tra Irc e l’Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica (Unasca), per introdurre la formazione sul primo soccorso nei corsi per automobilisti. Un’altra misura prevista ma ancora poco diffusa è l’app nazionale per la localizzazione dei defibrillatori, utile a ridurre i tempi di intervento.
Ogni anno in Europa si registrano circa 400mila arresti cardiaci extraospedalieri, di cui 60mila in Italia, con una sopravvivenza media del 7,5%. «Dove la formazione è più diffusa, le probabilità di sopravvivere possono triplicare – aggiunge Scapigliati –. È quindi essenziale coinvolgere e formare il maggior numero possibile di persone».
Nell’ambito della settimana “Viva! La rianimazione cardiopolmonare” promossa da Irc, dal 13 al 19 ottobre sono in programma eventi gratuiti e dimostrazioni in più di venti città italiane, tra cui Roma, Bologna, Torino, Napoli, Cagliari, Modena e Catania. Tra le iniziative anche una maxi-formazione all’Isola della Maddalena che coinvolgerà oltre 300 partecipanti.