Le malattie ischemiche del cuore e l’ictus sono tornate ai vertici della mortalità mondiale, superando il COVID-19, sceso nel 2023 al ventesimo posto tra le principali cause di morte. Lo segnala The Lancet nell’editoriale che commenta i risultati del Global Burden of Diseases 2023 (GBD).
Il rapporto indica una tendenza chiara: la transizione epidemiologica è ormai compiuta e le malattie croniche non trasmissibili concentrano la quota maggiore di anni di vita persi (DALY). Tra i fattori di rischio, la pressione arteriosa elevata è il primo contributore globale (8,4% dei DALY), seguita dall’inquinamento da particolato fine (8,2%), dall’iperglicemia e dal fumo.
La speranza di vita ha ripreso a crescere dopo la pandemia, raggiungendo nel 2023 76,3 anni per le donne e 71,5 per gli uomini, ma con forti disuguaglianze regionali. The Lancet avverte che la riduzione degli aiuti allo sviluppo sanitario, diminuiti di oltre il 50% tra il 2021 e il 2025, rischia di compromettere i progressi ottenuti nella prevenzione delle malattie cardiovascolari nei Paesi a basso e medio reddito.
L’editoriale sottolinea la necessità di rafforzare i programmi di prevenzione primaria e di integrare la gestione dei fattori di rischio cardiovascolare nei sistemi di cura di base, in linea con gli obiettivi di copertura sanitaria universale.